Il Tribunale di Bucarest sulla
base della Convenzione dell'Aja sulla sottrazione di minori ha
disposto la restituzione alla madre di un bambino di due anni e
mezzo di origine molisana, trattenuto in Romania dal padre dalla
scorsa estate; la sentenza prevedeva, per ogni giorno di ritardo
ad ottemperare, il pagamento di una sanzione pecuniaria a carico
del padre. Nei giorni scorsi la madre e il nonno hanno raggiunto
il minore e lo hanno riportato in Italia. A raccontare l'intera
vicenda, l'avvocato Ernestina Piscopo dello Studio 'Tibi Ius' di
Termoli con la collega Giorgia Felice; collegata in
videoconferenza l'avvocato Tamara Evdochimov che ha illustrato
la strategia legale seguita per la soluzione della vicenda.
I fatti risalgono allo scorso agosto. Una giovane donna di
Termoli accetta di trascorrere una breve vacanza estiva in
Romania con il fidanzato romeno dal quale ha avuto un figlio di
2 anni e mezzo - e dal quale aspetta un secondo bambino - ma una
volta nel villaggio, si rende conto di non riuscire a tornare in
Molise: la donna si ritrova da sola in balìa delle violenze, non
solo psicologiche, del compagno. Solo dopo cinque mesi riesce a
tornare in Italia per il parto del secondo figlio, ma senza
riportare il bimbo di due anni e mezzo, trattenuto e costretto a
restare nel villaggio del padre la cui abitazione risulta in
condizioni igieniche precarie. A quel punto il nonno molisano
del bimbo decide di rivolgersi ad un legale.
"Sono riuscita a far tornare in Italia otto minori - ha
spiegato l'avvocato romeno Edvochimov - mentre per altri nove
non si è riusciti perchè sono stati nascosti. La sentenza del
Tribunale di Bucarest è stata favorevole e la vicenda è andata
bene". "Le donne non devono avere timori - ha concluso la
Piscopo - e devono far valere i propri diritti".
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