Prime reazioni anche in Molise
sulla scelta della Regione Calabria di assumere 500 medici
cubani a tempo determinato per far fronte alla carenza di
personale negli ospedali. Sull'argomento è intervenuto il
presidente dell'Ordine dei medici di Isernia, Fernando Crudele.
"Le assunzioni a tempo di medici stranieri (il Molise ha fatto
ricorso durante l'emergenza Covid a quelli venezuelani), servono
a ben poco. La verità - spiega - è che a causa del blocco del
turn over i medici che vanno in pensione non vengono sostituiti,
mentre i continui tagli rendono meno attrattivi i nostri
ospedali. La storia di alcuni recenti concorsi non fa altro che
confermarlo: in pochi scelgono di partecipare alle selezioni,
poiché non si hanno certezze sul futuro della sanità molisana".
Anche per Crudele, dunque, occorre cominciare a programmare
seriamente il futuro della sanità, non solo quella regionale.
Tra le possibili soluzioni, "eliminare il numero chiuso
all'università, ma al tempo stesso tornare ad assumere. Le
soluzioni 'tampone' - prosegue - servono solo a rinviare il
problema: alla scadenza del contratto, si ritorna al punto di
partenza. In Molise - osserva - è fondamentale tornare a
investire sulla sanità pubblica". Inoltre, "la nostra regione
dovrebbe pretendere maggiori risorse dal Governo centrale: la
salute non è una merce che si compra al supermercato, ma un
diritto che la Costituzione garantisce a tutti, almeno sulla
carta". Dito puntato anche sul commissariamento della sanità
regionale che dal 2007 è in Piano di rientro dal disavanzo
sanitario. "Se Roma avesse destinato ai servizi essenziali tutti
i soldi spesi per commissari e sub commissari - sottolinea
Crudele - probabilmente oggi il Molise sarebbe messo meglio. Lo
dicono i fatti: in questi anni sono stati smantellati ospedali,
reparti e servizi. Si fa sempre più fatica a far fronte alle
emergenze, la gente è seriamente preoccupata, è stanca dei
soliti proclami della politica: cozzano contro una realtà fatta
di tagli e chiusure. I cittadini si sentono presi in giro. A
maggior ragione perché - conclude - all'orizzonte non si
intravede nemmeno uno straccio di progetto di rilancio".
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