Quei banchi del doposcuola che aiutano a guardare al futuro
Da Cassano all’Ionio, in Calabria, allo Sri Lanka: grazie all’8xmille alla Chiesa cattolica due progetti hanno come obiettivo il sostegno allo studio. In questo modo si danno prospettive anche ai ragazzi più fragili.
Studiare e mangiare tutti insieme, ma anche giocare o imparare a fare fotografie. C’è un centro a Cassano all’Ionio, in Calabria, che offre tutto questo ad una quarantina di ragazzi l’anno. Nasce come doposcuola, per combattere la dispersione scolastica, ma anche come mensa per i ragazzi delle famiglie più fragili. Il progetto si chiama “L’appetito vien studiando” ed è sostenuto dai fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica.
Un palazzo della diocesi in un quartiere centrale di Cassano all’Ionio, comune calabrese di circa 17mila abitanti in provincia di Cosenza, è dunque diventato uno strumento per costruire il futuro di bambini e adolescenti, provenienti da famiglie in stato di fragilità economica e sociale. Il progetto è gestito in sinergia con l’équipe del progetto socio-educativo per minori della Caritas diocesana ed offre uno spazio di studio, formazione e aggregazione ai tanti giovani che abitano il centro storico della città e che rischiano di finire in situazioni compromesse e malsane. Si passa dai tavoli di studio al campetto di calcio, in una sorta di cantiere educativo sempre aperto.
“Abbiamo deciso di scendere in campo con il nostro impegno, non possiamo più permetterci di delegare”, sottolinea don Mario Marino, direttore della Caritas diocesana.
All’interno del centro, i ragazzi, grazie al lavoro di educatori, operatori e istruttori, crescono insieme, studiano e si formano attraverso il doposcuola, i laboratori e le attività sportive. “Uno degli obiettivi primari de ‘L’appetito vien studiando’ - spiega Angela Marino, responsabile del progetto - è quello di educare i minori al riconoscimento, all’accettazione, al rispetto e all'individuazione delle esigenze di tutti. Realizzata in collaborazione con le parrocchie del centro storico, l’iniziativa si basa, come suggerisce il titolo, su due momenti fondamentali: l’appetito, ossia la mensa, e il doposcuola con le attività laboratoriali”.
Sono una quarantina i ragazzi coinvolti annualmente nel progetto, ed hanno tra i 6 e i 14 anni.
Il progetto è operativo dal 2016. La mamma di due bambini che frequentano il centro sottolinea: “Mi auguro che questo progetto non chiuda mai e che non cambino le persone che ci sono. Io sono ripartita grazie a loro, qui ho trovato persone che mi ascoltano e, poi, una casa e una famiglia”.
Guarda all’educazione dei ragazzi anche un altro progetto sostenuto dai fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica. È il sistema scolastico messo in campo dai Fratelli La Salle a Mannar, nello Sri Lanka. È un villaggio dove si vive di pesca ed agricoltura e che ha sofferto in particolar modo la guerra civile che per oltre un trentennio ha colpito il Paese.
Per dare un futuro ai giovani di Mannar i lasalliani hanno aperto diversi istituti scolastici, dove si insegna in inglese e tamil.
C’è la scuola materna, quella primaria e secondaria, e anche una residenza per gli studenti più grandi. Grazie ai 651.820 mila euro, provenienti dalle firme per l’8xmille alla Chiesa cattolica, è stato possibile costruire un nuovo ostello, in sostituzione di quello preesistente, cadente ed insalubre, insieme ad un centro di formazione. Oggi la struttura ospita 50 ragazzi, in un ambiente accogliente. Dal prossimo anno scolastico arriverà ad ospitarne 80.
“Abbiamo costruito – spiega fratel Selva, responsabile del St. Xavier Boys Hostel La Salle - nuovi dormitori per i nostri alunni e insegnanti della scuola a Mannar. La presenza di questi alloggi è fondamentale per aprire le porte della scuola anche a chi viene dalle zone più remote e isolate di quest’area e dovrebbe percorrere tanti chilometri ogni giorno. Avere la possibilità di completare la scuola secondaria per questi giovani significa avere l’opportunità di continuare gli studi o di candidarsi per un lavoro, in grado di migliorare il proprio sostentamento e quello delle proprie famiglie, superando la trappola della povertà”.