La Corte costituzionale della
Croazia ha esplicitamente vietato al presidente della Repubblica
Zoran Milanović di candidarsi al Parlamento per le elezioni che
lui stesso ha indetto per il 17 aprile prossimo, e anche di
essere candidato del Partito socialdemocratico (Sdp),
centro-sinistra all'opposizione, per la carica di primo
ministro.
La Corte ha emesso un avvertimento obbligatorio in cui ha
chiaramente detto che in base alle autorità e ai doveri
costituzionali del presidente, specialmente in periodo
elettorale, Milanović non può essere candidato al Parlamento, e
neanche partecipare alla campagna elettorale di qualsiasi
partito, neppure come potenziale premier designato né essere dai
partiti indicato come futuro premier nel caso della loro
vittoria.
Al presidente la Costituzione vieta la partecipazione alle
campagne elettorali e la Corte ha detto che con l'annuncio di
venerdì Milanović ha già violato la Costituzione. Per ora i
giudici non hanno considerato una sua rimozione dalla carica. In
caso di dimissioni, niente impedirebbe a Milanović di
candidarsi, ma lui ha già escluso questa opzione, per "non
lasciare tutto il Paese ai ladroni del premier Andrej
Plenković", alludendo al presidente del Parlamento, che in quel
caso assumerebbe la carica di Capo di Stato provvisorio. Resta
però il fatto che la Corte non ha escluso la possibilità che
dopo le elezioni il Partito socialdemocratico, in caso di
vittoria e in presenza di una nuova maggioranza parlamentare,
indichi proprio Milanović quale personalità alla quale affidare
l'incarico per formare il nuovo governo. La Corte costituzionale
ha infine severamente ordinato a Milanović e all'Sdp di
astenersi da dichiarazioni e comportamenti incostituzionali,
minacciando che in caso contrario potrebbe squalificare l'Sdp o
una delle sue liste dalle elezioni o addirittura annullare la
decisione sulla tenuta delle elezioni il 17 aprile, anche se il
Parlamento rimarrebbe dissolto. Ora si attende una reazione di
Milanović e del leader del Partito socialdemocratico, Peđa
Grbin.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA