Il Kosovo ha celebrato oggi la
Giornata della Liberazione, nel 25/mo anniversario della fine
del conflitto armato, con il ritiro delle forze serbe di
Slobodan Milosevic e l'arrivo di circa 40 mila militari della
Kfor, la Forza di pace della Nato. Il ritiro delle truppe di
Belgrado fece seguito ai bombardamenti Nato sulla Serbia,
protrattisi per 78 giorni fra marzo e giugno 1999 con un
bilancio di migliaia tra morti e feriti, militari e civili, e
immani distruzioni. I raid cessarono il 10 giugno quando fu
firmato l'accordo di Kumanovo e fu adottata al consiglio di
sicurezza dell'Onu la risoluzione 1244. Contemporaneamente
cominciarono ad affluire in Kosovo le truppe Nato. Parlando a
una sessione solenne del parlamento a Pristina, il premier
kosovaro Albin Kurti ha sottolineato il chiaro orientamento
occidentale e democratico del Kosovo, a fronte degli stretti
rapporti che la Serbia a suo dire continua a mantenere con la
Russia di Vladimir Putin. Il Kosovo, ha osservato, vuole buone
relazioni e riconoscimento reciproco con i Paesi vicini, "senza
attacchi e aggressioni". "Non siamo mai stati più liberi e
indipendenti, e non siamo mai stati così determinati come oggi a
proteggere la nostra libertà e indipendenza a tutti i costi, con
tutto e con tutti", ha detto il premier dinanzi ai deputati.
Sulla piazza centrale di Pristina, alla presenza della
presidente Vjosa Osmani, si è tenuta al tempo stesso oggi una
sfilata di 1.500 effettivi della Forza di sicurezza e della
polizia del Kosovo, nel corso della quale sono stati presentati
per la prima volta nuovi tipi di armamento in dotazione a
soldati e agenti. Ufficialmente la Forza di sicurezza non ha
mandato militare, anche se l'obiettivo di Pristina è quello di
trasformarla in un Esercito regolare vero e proprio. Anche la
Kfor ha celebrato oggi i 25 anni di presenza in Kosovo con una
cerimonia ufficiale al proprio quartier generale alla base di
Film City a Pristina. Il comandante della missione, il generale
turco Ozkan Ulutash ha sottolineato il fermo e continuo impegno
delle truppe alleate per la sicurezza del Kosovo e la stabilità
dell'intera regione. "Il ruolo della Kfor resta essenziale", ha
detto. Alla cerimonia hanno preso parte la presidente Osmani, i
capi delle missioni Unmik (Onu), Eulex (Ue), Osce, della
rappresentanza dell'Unione europea in Kosovo, nonchè gli
ambasciatori dei Paesi che contribuiscono con propri effettivi
alla missione Nato.
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