L'integrazione europea non rappresenta più solo un ideale politico, ma una necessità concreta per garantire sicurezza, prosperità e stabilità all'interno del continente e per proiettare un suo ruolo nello scacchiere globale.
A sostenerlo è il responsabile
dell'Osservatorio UE del Centro Studi Internazionali e
ricercatore della London School of Economics, Emanuele
Errichiello, al 33/o Forum Economico di Karpacz (Polonia), in un
panel cui ha preso parte anche l'ex premier ceco Mirek
Topolánek.
Secondo Errichiello, la capacità dei singoli stati Ue di
affrontare questioni complesse come il cambiamento climatico, la
transizione digitale, le migrazioni e le tensioni (e
competizioni) geopolitiche risulta insufficiente.
"La
frammentazione europea - continua - potrebbe esporre i paesi
dell'Unione a rischi economici e geopolitici elevati. Una
maggiore integrazione, invece, permetterebbe di agire con una
voce unica nei framework internazionali, rafforzando il proprio
peso politico e diplomatico, oltre che economico".
"L'Europa - conclude - ha bisogno di coordinamento e coesione
per affrontare sfide che non conoscono confini nazionali. È una
necessità, se ne dovrebbe fare una questione innanzitutto di
interesse comune, piuttosto che ideale".
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