In Romania i risultati finali
ufficiali relativi al primo turno delle elezioni presidenziali
di ieri confermano l'affermazione a sorpresa di Calin Georgescu,
esponente di estrema destra, sovranista e filorusso,
praticamente sconosciuto fino all'annuncio della sua
candidatura, che al ballottaggio dell'8 dicembre affronterà
Elena Lasconi, leader del partito di centrodestra Usr,
giornalista e sindaca della località di Campulung.
Contrariamente a tutti i sondaggi e i pronostici della vigilia,
è fuori dai giochi il premier socialdemocratico e filoeuropeista
Marcel Ciolacu, dato da tutti come vincitore al primo turno, che
è invece giunto terzo, superato per pochi voti da Lasconi. Come
ha riferito la commissione elettorale centrale a Bucarest, a
Georgescu è andato il 22,9% dei voti, Lasconi ha ottenuto il
19,18%, un dato di pochissimo superiore al 19,15% di Ciolacu. La
differenza è stata di circa 2.500 voti. Quarto, a sorpresa, con
il 13,9%, è risultato George Simion, anch'egli su posizioni di
estrema destra e filorusse, leader del partito sovranista Aur,
che i sondaggi davano invece in netta ascesa e probabile
sfidante di Ciolacu al secondo turno. Ma entrambi sono usciti
clamorosamente di scena. In quinta posizione è risultato l'ex
premier liberale Nicolae Ciuca, che ha ottenuto l'8,8% delle
preferenze. Ciolacu ha annunciato le sue dimissioni dalla
presidenza del Partito socialdemocratico (Psd), si è felicitato
con Lasconi e ha fatto sapere che non impugnerà in alcun modo i
risultati della consultazione. L'affluenza è risultata in
ripresa al 52,55%, oltre quattro punti in più rispetto al 48%
registrato al primo turno delle precedenti presidenziali del
2019.
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