Per gli osservatori
internazionali, le elezioni parlamentari e locali di ieri in
Serbia, pur se tecnicamente ben organizzate e con l'offerta di
una adeguata scelta politica agli elettori, hanno fatto
registrare irregolarità, compreso "l'acquisto di voti" e
"l'inserimento di schede nelle urne". In una conferenza stampa a
Belgrado, all'indomani del voto che ha sancito una generale
larga affermazione del partito del progresso serbo (Sns) del
presidente Aleksandar Vucic, gli osservatori hanno parlato al
tempo stesso di "casi isolati di violenza" e di "accuse sul
trasporto di elettori per sostenere il partito al potere nelle
elezioni locali". Della missione di osservatori facevano parte
inviati dell'Osce/Odihr, del Parlamento europeo e del Consiglio
d'Europa.
Altre irregolarità riscontrate, secondo gli osservatori
internazionali, sono state votazioni di gruppo e la violazione
del segreto del voto, mentre il livello del dibattito politico
in campagna elettorale è risultato basso. E' stato inoltre
rilevato come il partito di governo (l'Sns di Vucic) abbia
goduto di un vantaggio sistematico che ha creato condizioni
ingiuste nella campagna elettorale, dominata dal "coinvolgimento
decisivo del presidente serbo" Aleksandar Vucic, cosa che ha
garantito un vantaggio illecito al suo partito. Ciò, è stato
sottolineato, ha suscitato preoccupazione dal momento che il
presidente, pur non essendo candidato, ha partecipato molto
attivamente alla campagna elettorale offrendo in tal modo un
notevole vantaggio a uno dei partiti in lizza (l'Sns). "Tutto
ciò non rispetta le condizioni di correttezza in una
competizione elettorale, poichè il presidente dovrebbe essere
una figura neutrale che rappresenta l'unità nazionale".
Denunciando la "forte retorica" presente nella campagna che ha
preceduto il voto - una campagna molto polarizzata e
caratterizzata dalla diffusione di paure - gli osservatori hanno
poi criticato la scarsa efficacia degli organi di vigilanza sui
media, e si sono detti preoccupati per "gli attacchi e il
linguaggio adottati nei confronti dei giornalisti e i
rappresentanti della società civile". Alla domanda se tali
irregolarità siano sufficienti per l'annullamento del voto, il
capo della delegazione dell'Osce/Odihr Albert Jonson ha detto
che gli osservatori non sono nella posizione di poter parlare
sugli eventuali effetti di una tale situazione. "Abbiamo delle
raccomandazioni da fare, che riteniamo molto importanti. Al
termine della missione resteremo in contatto con le autorità
della Serbia", ha osservato Jonson. E riguardo alle accuse
relative al presunto trasporto organizzato di elettori non
residenti per votare a Belgrado a favore dell'Sns, Jonson ha
detto che gli osservatori sono a conoscenza di tutto ciò, anche
se il mandato della missione era di monitorare le elezioni
parlamentari. 'La Serbia contro la violenza', principale
cartello delle opposizioni, ha chiesto oggi l'annullamento e la
ripetizione del voto amministrativo di ieri a Belgrado, vinto
dall'Sns, denunciando gravi brogli e irregolarità. Stando a tali
accuse, oltre 40 mila persone senza residenza nella capitale
sarebbero state condotte a Belgrado (dall'entità serba della
Bosnia-Erzegovina) per votare a favore dell'Sns, il partito del
presidente Vucic, falsando in tal modo drasticamente il
risultato della consultazione.
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