In Serbia, dopo le elezioni
amministrative di domenica scorsa vinte con largo margine dal
partito conservatore di governo Sns, comprese le capitale
Belgrado e le altre principali città, tornano le accuse di
brogli e irregolarità da parte dell'opposizione, mentre le forze
di governo denunciano gli episodi di violenza e intolleranza
politica registratisi nella giornata elettorale ad opera di
attivisti dell'opposizione. Savo Manojlovic, leader della
formazione 'Anch'io sono Belgrado' giunta seconda nella capitale
con oltre il 17,6% e 21 mandati, rispetto al 52,8% e 64 seggi
(sul totale di 110) ottenuti dall'Sns, ha denunciato oggi
"manipolazioni elettorali" e "modifiche dei verbali elettorali"
in particolare a Belgrado e Nis. Per questo ha invitato i
deputati locali a restar fuori dalle nuove assemblee municipali,
annunciando al tempo stesso un'azione di disobbedienza civile
contro la dirigenza del Paese. Da parte sua, il premier Milos
Vucevic, che è leader dell'Sns, partito di maggioranza che fa
capo al presidente Aleksandar Vucic, ha annunciato oggi denunce
penali a carico dei responsabili di attacchi e atti di violenza
contro locali di call center dell'Sns a Belgrado e Novi Sad
nella giornata elettorale. La presidente del parlamento Ana
Brnabic, ha detto, presenterà ufficialmente tali denunce
all'Odihr, i cui osservatori hanno monitorato il voto
amministrativo del 2 giugno in Serbia. Finora, ha aggiunto
Vucevic, sono state identificate dieci persone responsabili
delle violenze.
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