Lo ha detto il ministro degli Esteri Ivica Dacic, che ha ribadito l'importanza di costituire tale organismo, deciso con l'accordo di dieci anni fa sottoscritto da tre parti - Belgrado, Pristina e Ue.
Citato oggi dal quotidiano belgradese Politika, Dacic ha
rilevato come nell'intesa definita a Bruxelles nel 2013 si dica
chiaramente cosa sia la Comunità dei serbi, che ancora più in
dettaglio è stata definita con un accordo del 2015. "L'accordo
non è ideale, ma nelle condizioni nelle quali era stato
negoziato è il massimo che si potesse ottenere", ha osservato
Dacic per il quale il nuovo organismo consentirà alla
popolazione serba locale di ottenere facoltà amministrative nei
campi dell'economia, dell'istruzione, della sanità, della
sicurezza e delle forze di polizia. Contro la Comunità delle
municipalità a maggioranza serba è schierata fermamente la
dirigenza di Pristina, che la considera un organismo
anticostituzionale, improponibile poichè sarebbe una riedizione
della Republika Srpska, l'entità a maggioranza serba della
Bosnia-Erzegovina.
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