Per la prima volta è stato osservato
alla luce del giorno lo strano anfibio che ama il buio delle
acque sotterranee. La scoperta, pubblicata sulla rivista
Ecology, si deve all'Università Statale di Milano, in
collaborazione con la Società Adriatica di Speleologia e lo
Spleovivarium di Trieste. Il proteo (Proteus anguinus), del
quale i ricercatori hanno avvistato anche una larva di tre mesi,
è fra gli animali più curiosi del pianeta: la sua pelle è priva
di pigmentazione, gli occhi sono quasi assenti, ha un corpo
anguilliforme, può vivere fino a 100 anni e digiunare per otto.
E' diffuso nelle grotte della Slovenia, comprese di Postumia, e
nelle acque sotterranee italiane, in particolare nelle province
di Trieste e Gorizia. Finora è sempre stato considerato un
anfibio esclusivamente sotterraneo, ma ha dimostrato il
contrario la ricerca avviata a giugno 2020 e basata sui dati
raccolti nei sopralluoghi diurni e notturni in dieci grotte e 69
sorgenti nell'area carsica, tra i comuni di Doberdò del Lago e
Monfalcone (Gorizia). In 15 di queste, sono stati osservati
diversi esemplari di proteo uscire dalle grotte per nutrirsi di
lombrichi rimasti sommersi durante la risalita periodica della
falda. Inoltre, la larva di tre mesi osservata dai ricercatori è
sia l'unica mai vista fuori da una grotta e la prima in assoluto
osservata in Italia, sia il proteo più piccolo mai visto in
natura. "La ricerca non si ferma qui. Grazie ad un recente
finanziamento Prin del Mur a partire da quest'anno i rilievi
saranno estesi a tutta la comunità acquatica dalle zone
sotterranee più profonde a quelle di interfaccia con l'esterno e
vedranno coinvolte anche zone in cui il proteo non vive come il
Salento e la provincia di Como", dice il primo autore dello
studio, lo zoologo Raoul Manenti, del dipartimento di Scienze e
politiche ambientali dell'Università di Milano. "Dal confronto
tra le catene alimentari e le dinamiche delle comunità in cui il
proteo è presente e quelle in cui non c'è, ci aspettiamo -
aggiunge - di capire quanto sia importante il suo ruolo di
regolatore dei flussi di energia e delle pressioni ambientali".
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