Il rischio che la Grecia possa
affrontare una vasta ondata migratoria a seguito della crisi in
Medio oriente è stato discusso durante la riunione di ieri del
Consiglio governativo per la sicurezza nazionale (Kysea), il
principale organo decisionale della Grecia in materia di affari
esteri e difesa. Lo scrive Kathimerini.
Nella riunione è stato preso in considerazione, come
eventuale misura da adottare, l'aumento della capacità di alcune
delle 33 strutture di accoglienza in Grecia: la capacità, al
momento, non può essere aumentata di più di 3mila persone -
scrive il giornale - e gli eventuali nuovi flussi dovranno
essere indirizzati verso le strutture della Grecia continentale,
perché quelle nelle isole sono già al limite della capacità.
Atene è preoccupata non solo dalla situazione in Libano - dove
vivono circa 2,5 milioni di rifugiati -ma anche dal possibile
crollo del valico palestinese di Rafah, al confine con l'Egitto,
e dal passaggio dei profughi verso la Libia e da lì verso
l'isola di Creta. A seguito della crisi in Medio oriente,
inoltre, l'intelligence greca è stata posta in massima allerta
per il rischio di attacchi terroristici a obiettivi di interesse
israeliano, riporta Kathimerini.
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