Il 15enne estremista islamico che
nei giorni scorsi in Bosnia-Erzegovina ha ucciso a coltellate un
poliziotto ha urlato 'Allahu Akbar' nel momento di fare
irruzione nella stazione di polizia di Bosanska Krupa. Lo ha
detto l'altro agente rimasto gravemente ferito nell'assalto, che
era stato subito definito 'atto terroristico' dalle autorità
locali. In dichiarazioni al quotidiano Dnevni Avaz dopo la sua
uscita dall'ospedale di Bihac, l'agente rimasto ferito ha
raccontato i particolari dell'assalto del 24 ottobre scorso al
commissariato in cui era in servizio con il collega, morto
nell'attacco del giovane islamista, che brandendo un coltello ha
gridato 'Takbir, Allahu Akbar'. L'aggressore, ha precisato,
indossava una felpa con cappuccio che impediva di vedere il suo
volto. "Dico tutta la verità", ha sottolineato l'agente
auspicando che su tale grave vicenda venga fatta giustizia. Il
15enne autore dell'assalto, definito dalle autorità un fanatico
religioso aderente a una cellula del movimento wahabita, è
attualmente in custodia cautelare. In base alla legge bosniaca i
minori di 16 anni non possono essere ritenuti penalmente
responsabili. La polizia, in operazioni condotte dopo
l'uccisione del poliziotto, ha arrestato otto persone anch'esse
collegate all'estremismo islamico e ritenute coinvolte
nell'assalto al commissariato di Bosanska Krupa.
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