Il famoso freno al debito,
ancorato in costituzione, è opera sua. Eppure Angela Merkel,
nelle Memorie in uscita oggi in libreria in trenta Paesi,
ritiene che l'obbligo del pareggio di bilancio vada a questo
punto riformato. E si schiera così nel dibattito che ha fatto
cadere la coalizione di Olaf Scholz, il quale ha licenziato il
ministro delle Finanze liberale proprio per l'ostinazione su
questo punto.
"L'idea di un freno al debito in vista delle generazioni
future rimane giusta", scrive l'ex Kanzlerin in "Libertá", che
presenterà stasera a Berlino al Deutsches Theater. "Tuttavia,
per evitare lotte per la distribuzione nella società e per
rendere giustizia ai cambiamenti nella struttura dell'età della
popolazione, il freno al debito deve essere riformato in modo
che sia possibile assumere un debito più alto per gli
investimenti futuri". La Germania deve "affrontare il fatto che
l'alto livello di spesa essenziale per la difesa porterà a
conflitti con altri settori politici", avverte Merkel. È chiaro
che spendere il 2% del prodotto interno lordo (PIL) per il
bilancio della difesa non è sufficiente. Per mantenere la
prosperità allo stesso tempo, è necessaria una spesa per la
ricerca e lo sviluppo pari ad almeno il 3,5% del PIL. Inoltre,
sono necessari molti fondi per la cooperazione allo sviluppo e
per la trasformazione verso una vita e un'economia neutrali dal
punto di vista climatico entro il 2045.
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