Il tribunale di Smederevo, in
Serbia, ha condannato oggi a 20 anni di reclusione Uros Blazic,
autore della strage in cui, nella notte tra il 4 e il 5 maggio
2023, sparando all'impazzata nei villaggi di Malo Orasje e
Dubona, uccise 9 persone ferendone altre 12. Ugualmente a 20
anni di carcere è stato condannato suo padre, Radisa Blazic,
accusato di complicità e coinvolgimento nella strage per aver
consentito l'utilizzo dell'arma con cui suo figlio sparò sugli
abitanti inermi dei villaggi. Si tratta di sentenze di primo
grado, contro le quali i due imputati possono fare ricorso in
appello. Il processo dinanzi ai giudici di Smederevo, città poco
a est di Belgrado, si è tenuto per ragioni di sicurezza al
Tribunale speciale della capitale serba, dove oggi è stata
pronunciata la sentenza. La strage di Malo Orasja e Dubona
avvenne a poco più di 24 ore da un altro orrendo eccidio
compiuto il 3 maggio dello scorso anno in una scuola di
Belgrado, dove un allievo 13enne, sparando con la pistola del
padre, uccise 9 alunni suoi coetanei e un custode dell'istituto,
ferendo altre 9 persone. Due tragici episodi in rapida sequenza
che sconvolsero la Serbia, inducendo le autorità ad avviare una
campagna per la consegna volontaria di armi detenute
illegalmente dalla popolazione, con dure pene per gli
inadempienti, e a inasprire le modalità di ottenimento del porto
d'armi. In Serbia e negli altri Paesi della ex Jugoslavia resta
elevata la circolazione e il possesso di armi illegali, eredità
dei conflitti armati degli anni Novanta.
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