Erden Atiq, il nuovo sindaco di Mitrovica nord, ha prestato giuramento nella sede dell'Assemblea municipale della città, presidiata da un massiccio schieramento di forze di polizia e con la bandiera del Kosovo ben in vista. In un breve intervento dopo la cerimonia, Atiq ha detto di voler lavorare e servire indistintamente l'intera popolazione locale senza alcuna discriminazione, con l'obiettivo di normalizzare la situazione.
Hanno assistito al giuramento il ministro dell'interno del Kosovo Xhelal Svecla e il suo collega degli enti locali Elbert Krasniqi. Gli ambasciatori dei Paesi del 'Quint' (Usa, Francia, Germania, gran Bretagna e Italia), in un comunicato, hanno lanciato un appello a non esasperare le tensioni e a astenersi da azioni suscettibili di aggravare la situazione. Nelle elezioni del 23 aprile Atiq - esponente del movimento Autodeterminazione (Vetevendosje, VV), la forza di maggioranza guidata dal premier Albin Kurti - ha ottenuto 550 voti, pari al 66% dei votanti. In quella consultazione, per il boicottaggio dei serbi, l'affluenza generale era risutata di appena il 3,47%.
Anche oggi Belgrado e i serbi del Kosovo hanno protestato ribadendo l'illegittimità di una simile consultazione, considerata una farsa e assolutamente non rappresentativa delle popolazioni del nord del Kosovo. Petar Petkovic, capo dell'Ufficio governativo serbo per il Kosovo, ha parlato di inizio, oggi, del processo di 'occupazione' del nord da parte del premier Kurti, il cui obiettivo a suo avviso sarebbe quello di scatenare incidenti e possibili scontri armati. Petkovic ha riferito di un colloquio che il presidente serbo Aleksandar Vucic ha avuto in mattinata con l'inviato speciale Ue Miroslav Lajcak per l'esame della nuova situazione di tensione. Srpska Lista, il maggior partito dei serbi del Kosovo, ha dato a Kurti un ultimatum fino al primo giugno per "porre fine alle repressioni sul popolo serbo in Kosovo". Dopo tale data, ha aggiunto, vi sarà una risposta da parte dei serbi, la cui natura non è stata precisata. I Comuni serbi del nord erano senza sindaco dallo scorso novembre quando tutti i rappresentanti serbi nelle istituzioni del Kosovo si dimisero dai loro incarichi per la crisi delle targhe, e più in generale per la mancata creazione della Comunità delle municipalità serbe in Kosovo e la presenza al nord di unità della polizia speciale kosovara.
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