"Non è una questione di genere,
questa bufera porterà il Cio a riflettere e mettere gli atleti
nelle condizioni di gareggiare con le rispettive diversità ma
del proprio livello, evitando disparità". Valentina Vezzali,
regina del fioretto con sei ori olimpici e 16 mondiali
conquistati in carriera, ha seguito il caso creato intorno alla
pugile algerina Imane Khelif e da ex atleta si è fatta un'idea.
"Da sportiva per me tutte le regole fanno capo al Comitato
olimpico - dice parlando al telefono con l'ANSA - e io le ho
sempre rispettate. L'algerina è una donna che ha però un
testosterone più alto rispetto alle altre, e questo contribuisce
a una muscolatura diversa, è più forte delle altre".
Una tematica "delicata", la definisce Vezzali sulla quale non
si può non ragionare: "Credo che il Cio debba studiare e
prendere misure che rendano eque le regole e così anche le
competizioni. Quanto accaduto non è stato bello onestamente. per
questo chi governa lo sport mondiale deve garantire pari
opportunità per tutti, Le regole esistono e le scrive il Cio,
l'algerina poteva competere qui, certo il testosterone aumenta
la massa. Insomma si può cogliere l'occasione per elaborare
norme più dettagliate a tutela degli atleti e far competere in
condizioni di parità. Sono tematiche importanti, come dimostra
quanto sta accadendo, per uno sportivo l'Olimpiade significa 4
anni di lavoro finalizzati a questo appuntamento. L'algerina ha
il diritto di partecipare ai Giochi, ma vanno trovate norme,
vanno fatte valutazioni evitando le disparità".
Il caso Khelif dovrebbe fare scuola: "Vanno rispettate le
diversità - aggiunge l'ex del 'dream team' del fioretto azzurro
- le caratteristiche di ciascuno ma con un unico grande
obiettivo: la garanzia che la partecipazione sia per tutti alla
pari. Penso si possa fare uno studio più approfondito affinché
situazioni come questa non accadano più".
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