Dopo 33 anni l'Italia scende dal podio olimpico del fioretto femminile. Non accadeva da Seul 1988: a Tokyo 2020 la migliore delle azzurre è stata Alice Volpi, quarta, sconfitta nella finale per il bronzo dalla russa Korobeynikova. Il fioretto era la fabbrica dell'oro sicuro, dal 1992 in poi la medaglia a cui aggrapparsi. E nomi che hanno fatto la storia della scherma italiana, prima con Giovanna Trillini, poi con la regina della specialità Valentina Vezzali, infine con Elisa Di Francisca.
Le new generation erano invece Arianna Errigo e Alice Volpi. Erano loro le custodi di quel fortino, ma oggi prima si sono affrontate in un derby che ha visto prevalere la più giovane Volpi, ma al contrario di chi l'aveva preceduta in passato, da Barcellona con l'oro di Trillini, all'oro di Londra e l'argento di Rio di Elisa Di Francisca, Alice Volpi non ha avuto la stessa bravura, oltre che fortuna. E il fioretto femminile fa un balzo indietro, fino al 1988 quando a Seul nessuna atleta salì sul podio del fioretto femminile.
E se nel maschile si sta distinguendo ancora una volta la scuola ungherese, nel fioretto femminile oggi la finale era da guerra fredda, Usa contro Russia, anche se sotto l'insegna Roc. Fatali per la Volpi sono state due russe, Deriglazova in semifinale e poi Korobeynikova nella finale per il bronzo. E invece "sono arrivata sfinita di testa, ho buttato via un'occasione importante per una medaglia che meritavo", ha dovuto constatare la senese in lacrime. "Ho tirato con il freno a mano mi hanno detto, questa medaglia di cartone è ancora peggio, sapevo quanto era importante la medaglia di bronzo. Mi dispiace aver deluso un po' l'Italia, gli amici e i parenti che hanno fatto la nottata per me". Se poi era dal 1992 che il fioretto vinceva una medaglia e oggi non più "vuol dire che una nazionale come la Russia è cresciuta tanto, stiamo facendo fatica, eravamo abituati bene", ha ammesso anche Volpi. Anche se poi a diventare reginetta olimpica del fioretto è stata l'americana Lee Kiefer. Un colpo duro per l'Italia, che se associato all'altra finale per il bronzo persa nella spada maschile da Andrea Santarelli con l'ungherese Siklosi, fa ancora più male al movimento della scherma azzurra che forse si era anch'esso un po' adagiato cullandosi sugli allori di campionesse che non escono per caso.