Un bronzo simbolo del riscatto, in vasca e nella vita: "Il nuoto mi sta insegnando molto: riuscire a vincere dopo una sconfitta, lo sport è una lezione di vita, spesso viene sottovalutata ma ad oggi è una frase importante". E oggi, per Nicolò Martinenghi, è il giorno della vittoria più importante, storica per l'Italia che 21 anni dopo Domenico Fioravanti riporta la rana azzurra sul podio olimpico. In effetti, già ieri dopo la qualifica in batteria, 'Tete' Martinenghi aveva allontanato ogni tipo di alibi: "Le gare la mattina? Nessun problema, io è un anno e mezzo che ho preso l'abitudine di svegliarmi presto, poi questo problema è per tutti, non credo possa condizionarci". Il cambio di passo, il ventunenne di Varese, se lo era imposto dopo un brutto infortunio che lo aveva costretto a fermarsi sul più bello.
Lanciato da grande promessa del nuoto italiano con ben nove titoli tra mondiali ed europei giovanili già in bacheca, tre anni fa è arrivato lo stop che lo ha costretto a riprogrammare la sua vita e a comprendersi più nel profondo, anche grazie all'ausilio di un mental coach: "Non si può vincere se non si perde. Ho sempre vinto e anche con ottime prestazioni, ma quando bisognava esserci a volte non c'ero - ammette oggi a bordo vasca dopo l'impresa della sua vita - Ahimè, quest'anno ho capito una cosa importante, che la mia vita non è solo il nuoto. Non è per quello che faccio in acqua che determino la mia persona".
L'Olimpiade di Tokyo slittata di un anno, forse, per Martinenghi è servita invece a riflettere meglio sul suo valore e sulle sue potenzialità: "E' stata una gara che ho ricercato sempre negli allenamenti in questo ultimo anno e mezzo in particolare, gli ultimi 15 metri di ogni vasca erano sempre rivolti a questa gara come mentalità". Ragazzo semplice, uno che ha capito che "oltre il risultato c'è la persona", talmente semplice che di rado capita di ammirare tanti muscoli senza neanche un tatuaggio. Si era ripromesso di farlo se a Tokyo 2020 fosse arrivato qualcosa di importante: "Oggi finalmente mi sono tolto un peso, sono una promessa che è diventata realtà. Sul podio - ha aggiunto oggi carico di gioia - raramente ho aperto gli occhi, ci sono state miliardi di emozioni davanti, di pensieri rivolte a tantissime persone, chi ha creduto in me e mi ha supportato, a partire dalla famiglia, l'allenatore, gli amici, la ragazza, chiunque mi ha aiutato in questo percorso, perché a volte ha avuto il merito di credere in me più di quanto non lo facessi io". Nel mondo, dietro l'irraggiungibile Adam Peaty e l'olandese Kamminga, c'è proprio Martinenghi. Da oggi l'Italia ha il suo nuovo uomo-rana.