E' finita l'Olimpiade di Tokyo, l'ultimo oro è andato alla Serbia, che nella pallanuoto maschile ha confermato, questa volta a spese della Grecia (13-10), il titolo vinto a Rio 2016. Da domani sarà già tempo di pensare a Parigi 2024, o magari ai Giochi invernali di Pechino che ci saranno tra meno di sei mesi, visto che la cerimonia di apertura è in programma il 4 febbraio 2022. Nel medagliere trionfano gli Usa con 113 in totale, di cui 39 ori, 41 argenti e 33 bronzi. Anche a Rio 2016 gli Usa furono primi, facendo però meglio, con 121 medaglie in totale e 46 ori. Notevole l'incremento totale della Cina, con 18 medaglie in più, mentre di una in meno è migliorato il Giappone che però ha notevolmente incrementato, con +15, il bottino degli ori. 17 medaglie in più le ha conquistate anche l'Australia, con un incremento di 9 ori rispetto al 2016. 71 sono invece i podi del Comitato olimpico russo, presente senza inno e bandiera. L'Italia delle meraviglie di Tokyo 2020 con il suo primato di 40 medaglie, ottenuto in un'edizione dei Giochi molto competitiva, è decima se il parametro è quello degli ori vinti, mentre diventa settima se è quello del totale delle medaglie. A Rio l'Italia Team fu nono vincendo due ori in meno, quindi 8, e il totale fu di 28. Quindi in Giappone l'incremento è stato di 12 medaglie, ovvero del 43%. Tutto ciò vuol dire anche che a Tokyo quella azzurra è stata la prima squadra dei confini UE per numero di medaglie vinte. A Rio era stata quarta. E a proposito dell'edizione del 2016, notevole il risultato in Giappone del Brasile, dove migliora di una posizione, 12/o anziché 13/o, rispetto all'Olimpiade di casa, raggiungendo il suo massimo storico di medaglie: 21. Segno che aver ospitato i Giochi ha giovato al suo intero movimento sportivo. Ma Tokyo 2020 ha mostrato anche che la globalizzazione sta allargando sempre di più le proprie dinamiche sportive. Infatti sono state 93 le nazioni andate in medaglia, fra le quali per la prima volta San Marino (un argento e due bronzi). A Rio i paesi andati almeno una volta sul podio erano stati 87, a Londra 85 e a Pechino 86. Insomma, è stata un'Olimpiade memorabile, che anche nel suo ultimo giorno di gare ha regalato storie da raccontare, come quella dell'irlandese Kellie Harrington, che alterna la pratica del pugilato al lavoro part-time di donna delle pulizie in un ospedale psichiatrico di Dublino e, in lacrime, dedica il suo oro nei pesi leggeri ai pazienti di quella struttura. O di coach Karch Kiraly, nel 2001 eletto 'giocatore del secolo' della pallavolo e ora olimpionico come allenatore, dopo esserlo stato due volte da giocatore 'indoor' e una nel beach volley. C'è poi il fenomeno del ciclismo su pista Jason Kenny, che si prende il titolo nel Keirin e diventa l'atleta britannico con più ori, sette, nella storia dei Giochi, superando l'altro pistard Chris Hoy che ne ha vinti sei. Alla carriera olimpica di Kenny vanno aggiunti due argenti. Invece sua moglie Laura a Tokyo ha vinto l'oro nel Madison e l'argento nell'inseguimento a squadre: il totale di medaglie olimpiche vinte dalla famiglia Kenny è così salito a 15, di cui 12 d'oro: incredibile ma vero.