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Tiro a segno: Italia dopo Campriani non molla

La ct Turisini vorrebbe ripetere Rio, 'azzurri tutti in finale'

Redazione ANSA

Reduce dai trionfi dell'era di Niccolò Campriani, il tiro a segno italiano si presenta ai Giochi di Tokyo conscio che sarà difficile ripetersi, visto che il fuoriclasse fiorentino si è ritirato, ma deciso a mantenere viva una tradizione che, senza risalire fino alle imprese del 'pistolero' Roberto Di Donna, nelle ultime edizioni delle Olimpiadi ha fruttato altre medaglie come gli argenti del fotografo Luca Tesconi a Londra 2012 e di Valentina Turisini ad Atene nel 2004. Proprio lei, un tempo 'sindacalista' del team azzurro e specialista della carabina, è da anni il ct della Nazionale, unica donna a guidare anche i maschi e ora impegnata nella ricostruzione di un team che ai Giochi fa sempre la sua parte: basti pensare che a Rio i cinque azzurri presenti sono andati tutti in finale piazzandosi entro il sesto posto.

In prospettiva Tokyo, dove gli italiani targati Uits saranno sette, va detto il tiro a segno è stato fra gli sport maggiormente penalizzati dalla pandemia, con il blocco dell'attività ("zero gare da maggio del 2020 allo stesso mese di quest'anno", puntualizza la Turisini), ma la ct non ha mollato di un centimetro lavorando "in profondità sui giovani, perchè ne abbiamo tanti bravi". In particolare la Turisini, che è anche rappresentante in Giunta Coni dei tecnici nazionali di tutte le discipline sportive, garantisce che nella pistola maschile "Paolo Monna ha un talento eccezionale e lo ha fatto vedere l'anno scorso a Wroclaw, dove ha preso la carta olimpica". Poi, anche se non è più un giovanissimo, c'è Riccardo Mazzetti, 37enne specialista della pistola automatica, che se trova la giornata giusta a Tokyo potrebbe finire sul podio. Oltretutto, lo allena un tecnico che nel tiro a segno è un'istituzione, il tedesco Ralf Schumann che da atleta vinse tre ori olimpici. Sempre nella pistola, anche il 25enne livornese Tommaso Chelli vuole far bene. In campo femminile l'Italia punta sulla giovanissima Sofia Ceccarello (18 anni), che quest'anno ha vinto la gara della carabina 3 posizioni agli Europei ed è la nuova punta 'rosa' dell'Italia, avendo preso il posto di Petra Zublasing, che medita propisiti di ritiro dall'attività agonistica.

Il resto è tutta un'incognita, visto che in Europa e non solo a causa del Covid in molti non si sono preparati come avrebbero voluto per l'appuntamento che più conta, quello dei Giochi. "Ma, nelle varie specialità - dice la Turisini - cinesi, ucraini e l'India, che dall'oro olimpico di Bindra nel 2008 ha avuto una crescita impressionante, saranno sicuramente protagonisti. E occhio anche ai coreani del sud". Alle indicazioni della guida tecnica degli azzurri vanno aggiunti i nomi della greca Anna Korakaki, già oro nella pistola a Rio, della serba Zorana Arunovic, anche lei pistola e due volte campionessa del mondo, e dell'altra serba Andrea Arsovic, specialista della carabina che spara per la sezione tiro del Partizan Belgrado. Impossibile poi non menzionare la rappresentante della Georgia Nino Salukvadze, 52 enne 'pistolera' che a Tokyo, pfendendo parte alla gara ad aria compressa dieci metri, stabilirà un record: nessun atleta donna prima di lei ha preso parte a 9 edizioni dei Giochi. Questo onore toccherrà a lei, che vinse l'oro a Seul 1988 e che a Rio 2016 ha gareggiato insieme al figlio

Tsotne Machavariani.

A Tokyo ci sarà anche il russo Sergey Kamenskiy, 33enne che a Rio perse l'oro della carabina tre posizioni sbagliando per l'emozione l'ultimo colpo, a beneficio di Campriani: prendersi la rivincita è la sua ossessione da quel giorni in terra carioca, e il Giappone è l'appuntamento che non può fallire.

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