A poco piu' di quarantatre chilometri all'ora per inseguire "il mio sogno di quando ero bambino". Marcell Jacobs ammette che ogni atleta che sbarca alle Olimpiadi, anche il piu' 'sconosciuto' - come qualche avversario sorpreso ha gia' definito l'italiano nuovo re olimpico dei 100 -, sogna di vincere l'oro. Ma lui lo ha fatto nella gara regina della Regina dei Giochi. E nella maniera piu' semplice che conosca: "Ho corso piu' che potevo", racconta subito dopo la foto di rito, la stessa per la quale in passato hanno posato campioni come Usain Bolt e Carl Lewis Jacobs, texano di El Paso con madre di Desenzano e che non parla inglese ("e ora come faccio con le tv del mondo? Io scappo..", scherza a fine gara) si veste di tricolore, abbraccia Tamberi e poi sulla pista si inginocchia vicino al tabellone. 'Jacobs, 100 m, gold, 9''80". E' di nuovo record europeo e italiano, con una sequenza spaventosa negli ultimi mesi: 9''95 a Savona, 9''94 in batteria, 9''84 in semifinale, e poi la finale che lo consacra "l'uomo piu' veloce del mondo". "Ho chiesto un ultimo sforzo al mio corpo - racconta dopo esser stato fotografato e visto da tutto il mondo - Ha bisogno di riposo, ma prima di mettermi ai blocchi gli ho detto: forza, dammi un'ultima chance e ti assicuro che poi ti lascio in pace...E lui mi ha risposto". Definisce la sua corsa "perfetta tecnicamente: avevo deciso di pensare solo a me stesso - spiega -, guardare la corsia e non gli altri. Li ho visti solo al traguardo e allora ho gridato forte, prima di abbracciare Tamberi che era li' sulla pista". Lui e Gimbo si sono stretti l'uno all'altro in nome dell'oro.