(ANSA) - ROMA, 22 APR - Undici nuovi sacerdoti per la diocesi
di Roma: sabato 29 aprile nella basilica di San Giovanni in
Laterano il cardinale vicario Angelo De Donatis presiederà la
celebrazione durante la quale dieci diaconi saranno ordinati
sacerdoti. Sempre sabato, ma al Santuario del Divino Amore,
anche un diacono permanente, vedovo e padre, riceverà
l'ordinazione presbiterale dal vescovo Dario Gervasi.
Storie diverse dietro le loro vocazioni. Francesco Barberio
ha 27 anni, ha studiato al Maggiore ed è originario di Lamezia
Terme. Nel suo passato il dolore legato alla morte della madre,
ma anche l'esperienza con gli scout dell'Agesci. "Ho vissuto un
momento molto difficile a 13 anni, quando ho perso mia madre a
causa di un tumore. Allo stesso tempo ho toccato con mano la sua
grande fede, con la quale ha affrontato tutto il periodo della
malattia. Dopo la sua morte, mio padre e sua sorella hanno
fondato l'Acmo, Associazione calabrese malati oncologici, per
assistere chi è colpito da questo tipo di malattia nella nostra
regione". Un passato da scout, ma nell'Fse (Federazione Scout
d'Europa) anche per Vincenzo Perrone, trentacinquenne nato a
Scafati, in provincia di Napoli, e trasferitosi a Ostia con la
famiglia all'età di 14 anni. "Ero un ragazzo come tanti, ho
frequentato il liceo, poi la facoltà di economia all'università,
ero impegnato con gli scout - ricorda -. Ho avuto la fortuna di
avere tanti esempi di preti che mi hanno dato belle
testimonianze". Una vocazione matura quella di Mario Losito, 41
anni, ricercatore in economia e management alla Luiss prima di
entrare nella struttura formativa di piazza San Giovanni in
Laterano. "Ero contento del mio lavoro ma sentivo sempre la
mancanza di qualcosa, non ero pienamente soddisfatto", ammette.
È originario del Giappone Tumohiro Ugawa, che ha studiato al
Redemptoris Mater. "Sono nato a Oita, vicino Nagasaki, in una
famiglia non cattolica - racconta -. Mia madre, prima di
sposarsi, era membro dei Testimoni di Geova, ma poi decise di
mandarci alla scuola materna cattolica". Gli anni di seminario a
Roma "non sono stati facili all'inizio - confessa -, non capivo
la lingua e avevo nostalgia di casa. Adesso sono molto più
sereno. Vorrei tornare in Giappone, in futuro, da missionario".
Diversa dalle altre la storia di Paolo Verderame, che sarò
ordinato la mattina al Divino Amore. Vedovo da due anni, "ho 55
anni - racconta - e sono stato sposato per trent'anni; ho anche
una figlia, ventottenne, psicologa. Finora ho lavorato come
infermiere al Policlinico Gemelli. L'input alla vocazione
presbiterale è venuto da mia moglie, dalle chiacchierate fatte
negli ultimi cinque mesi trascorsi insieme, quando mi invitava
ad alzare lo sguardo verso questo ministero". Una scelta
sostenuta dalla figlia, dai parenti, dagli amici. (ANSA).