(ANSA) - ROMA, 23 FEB - Non sarà la questione della sicurezza
a fermare il viaggio del Papa in Iraq: "Viene a portare un
messaggio di pace" e gli episodi recenti, come il lancio di
razzi ad una base di Erbil o all'ambasciata Usa a Baghdad, non
potranno ostacolare la visita in calendario dal 5 all'8 marzo.
Lo afferma mons. Bashar Warda, l'arcivescovo caldeo di Erbil. I
maggiori problemi riguardano invece "la situazione pandemica
perché stiamo attraversando la seconda ondata ma
l'organizzazione del viaggio va avanti con grande entusiasmo".
Proprio ad Erbil si terrà l'evento con la maggiore
partecipazione di persone: sono previsti infatti 10mila fedeli
alla Messa del Papa che si terrà allo stadio cittadino e mons.
Warda parla di una "collaborazione eccellente" tra la Chiesa e
le autorità locali nell'organizzazione del viaggio. Alla Messa,
per l'organizzazione della quale sono al lavoro centinaia di
volontari, verrà esposta anche la statua della Madonna di
Karamles, "senza mani, danneggiata dalla furia dell'Isis, come
memoria della pagina nera che abbiamo vissuto".
Nel Paese c'è "un generale clima di entusiasmo che conferma
il senso di ospitalità del popolo iracheno. Certo, alcuni
fondamentalisti stanno usando i social media per dire il loro
'no'. Parlano del Papa come del re della nuova crociata europea.
E' abbastanza normale - minimizza mons. Warda in un incontro
online con la fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre
- ma il feeling generale è di grande ospitalità per questa
visita di pace e di fraternità".
Il vescovo parla poi delle popolazioni dei piccoli villaggi,
soprattutto ad Ur, contente della visita del Papa anche per gli
sforzi profusi dal governo per rendere i luoghi i più
accoglienti possibili. "Dicono: sono decenni che chiediamo di
riparare le strade, di portare l'elettricità, e ora grazie alla
visita del Papa - riferisce Warda sorridendo - tutto questo è
stato fatto".
Warda si aspetta "un impatto molto positivo" dall'incontro
del Papa con il leader degli sciiti Al-Sistani, come anche, nel
dialogo interreligioso, "importante è la tappa ad Ur, la casa di
Abramo, il padre dei cristiani, degli ebrei e dei musulmani".
La visita del Papa sarà importante per la comunità cristiana
"ma per cambiare davvero occorrerebbe mettere mano alla
Costituzione", dice facendo riferimento all'articolo 2 secondo
il quale l'Islam è la fonte primaria della legislazione. Una
norma che 'autorizza' la marginalizzazione dei cristiani, "nella
politica e nel lavoro", pur vantando in queste terre una
presenza bimillenaria.
Warda ha ringraziato Aiuto alla Chiesa che Soffre per i
grandi aiuti profusi per aiutare i cristiani a tornare nella
Piana di Ninive che nel 2014 erano stati cacciati dall'Isis.
"Sono state ricostruite le case, le chiese, ora la grande sfida
è quella di offrire un lavoro che garantisca davvero alle
famiglie cristiane una vita dignitosa". (ANSA).