Cnn, Reuters, Washington Post, Bloomberg, New York Times. E da ultimo, il Guardian. Sono solo alcuni dei siti di informazione che hanno deciso di bloccare l'accesso ai propri contenuti a OpenAI, creatore del chatbot di intelligenza artificiale (IA) ChatGPT, ed in particolare al suo web crawler, GPTBot, strumento che consente di scansionare le pagine web per migliorare i modelli di IA.
La tecnologia dell'IA generativa alla base di ChatGPT, che è in grado di generare testi, immagini e audio sulla base di semplici richieste umane, viene infatti "addestrata" grazie a una gran mole di dati raccolti da Internet, articoli inclusi, sollevando la questione della tutela della proprietà intellettuale.
"Lo scraping di proprietà intellettuale dal sito web del Guardian per scopi commerciali è, ed è sempre stato, contrario ai nostri termini di servizio" ha spiegato un portavoce di Guardian News & Media, editore del Guardian e dell'Observer, in un articolo del quotidiano britannico che dà notizia della sua decisione. "Il team del Guardian che si occupa delle licenze commerciali ha molti rapporti commerciali reciprocamente vantaggiosi con sviluppatori di tutto il mondo - ha aggiunto - e non vede l'ora di costruire ulteriori rapporti di questo tipo in futuro".
La scorsa settimana, si ricorda ancora nell'articolo, gli editori britannici di libri hanno esortato il premier, Rishi Sunak, a proteggere i diritti di proprietà intellettuale delle industrie creative aggiungendo il tema all'ordine del giorno del vertice di novembre sulla sicurezza dell'IA che si terrà nel Regno Unito.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA