Alla vigilia del nuovo round di negoziati tra le istituzioni dell'Ue sulle nuove norme in materia di intelligenza artificiale (IA), in una nota l'associazione europea dei consumatori (Beuc) avverte del rischio di adottare "un approccio debole e poco chiaro" alla regolamentazione dei sistemi di IA generativa (AI).
Da tale approccio, spiega l'associazione, deriverebbe una "elevata incertezza" per le autorità di regolamentazione, i consumatori e le aziende che potrebbero rientrare nel campo di applicazione della legge. Nella nota, inoltre, si mette in guardia dal rischio che "solo i sistemi di IA generativa sviluppati da aziende molto grandi vengano adeguatamente regolamentati". Potenzialmente un gran numero di sistemi di IA generativa sarebbero soggetti solo a "deboli requisiti di trasparenza", il che, sostiene l'associazione, "lascerà i consumatori senza protezione in troppi casi".
"Se ora l'IA generativa viene regolamentata in modo improprio, saranno le grandi aziende a modellare le nostre società piuttosto che le nostre istituzioni democratiche. Per i consumatori non importa se hanno a che fare con una grande o una piccola azienda: devono essere tutelati fino in fondo" ha detto la vice direttrice generale della Beuc, Ursula Pachl, esortando il Parlamento europeo e gli Stati membri dell'Ue a "promuovere una legislazione che protegga e dia maggiore potere ai consumatori quando hanno a che fare con queste nuove tecnologie". "I consumatori - ha aggiunto - devono poter avere fiducia nel mercato digitale, ma ciò non accadrà se le leggi lasceranno le decisioni chiave ai grandi attori del mercato".
La Beuc quindi chiede "un quadro giuridico forte" per proteggere i consumatori dai rischi dell'IA generativa con l'obiettivo di "contrastare il potenziale che la tecnologia ha di manipolare i consumatori, creare informazioni convincenti ma errate, violare la privacy delle persone, rendere facili in modo preoccupante le frodi e la disinformazione o riprodurre pregiudizi esistenti".
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