Russia, Iran, Cina. Tattiche
diverse e un unico obiettivo: inquinare il dibattito politico in
vista delle presidenziali negli Stati Uniti. A lanciare
l'allarme è un rapporto del Microsoft Threat Analysis Center
(Mtac) sulle operazioni di influenza straniere volte a minare il
processo democratico in America.
Secondo gli esperti, gli agenti russi di disinformazione
avrebbero preso di mira la campagna elettorale del ticket
democratico Kamala Harris-Tim Walz, facendo ricorso a un mix di
strumenti tradizionali e generati dall'intelligenza artificiale
per disseminare contenuti ingannevoli. Nel report si menzionano
i deepfake circolati in rete che ritraggono la vice presidente
Usa mentre fa commenti sprezzanti sul candidato repubblicano,
Donald Trump, o quelli in cui Harris viene accusata di
bracconaggio illegale in Zambia.
Quanto all'Iran, il Mtac sottolinea la sua capacità di
"condurre più operazioni contro diversi obiettivi
contemporaneamente". Nonostante l'escalation con Tel Aviv,
Teheran continua a cercare di influenzare il pubblico americano,
facendo leva in particolare su questioni sociali divisive per
seminare conflitti tra le comunità negli Usa. Particolarmente
attivo su Telegram e X il gruppo Bushnell's Men che ha invitato
gli americani a boicottare le elezioni a causa del sostegno dei
candidati a Israele.
Più mirate le operazioni di influenza informatica del
Dragone, con un focus su singoli candidati repubblicani e membri
del Congresso che sostengono politiche anti-cinesi, come Barry
Moore, Marsha Blackburn e Marco Rubio, quest'ultimo non in corsa
per la rielezione. Il ventaglio dei contenuti ingannevoli varia
da messaggi antisemiti all'amplificazione delle accuse di
corruzione. "Anche se non sempre si traducono in alti livelli di
coinvolgimento - osservano gli esperti - questi sforzi
dimostrano i continui tentativi della Cina di influenzare la
politica statunitense in tutti i settori".
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