/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Tav:'i No Tav non ci fermano', imprenditore rassicurò cosca

Tav

Tav:'i No Tav non ci fermano', imprenditore rassicurò cosca

TORINO, 02 luglio 2014, 18:40

Redazione ANSA

ANSACheck

I No Tav potevano rallentare l'inizio dei lavori per la ferrovia Torino-Lione ma entro poco tempo "le cose si sarebbero risolte". Più o meno con queste parole l'imprenditore novarese Giovanni Toro, uno dei venti arrestati dai carabinieri del Ros e dalla Dda di Torino nell'operazione di ieri, rassicurò, il 24 ottobre 2011, un emissario della 'ndrina di San Mauro Marchesato, la banda di 'ndranghetisti che cercava di infiltrarsi nella catena dei subappalti della grande opera.
    Il dettaglio è contenuto nelle mille pagine dell'ordinanza del gip Elisabetta Chinaglia. Toro, all'epoca, aveva già trovato contatti utili per lavorare in Valle di Susa: l'imprenditore Ferdinando Lazzaro (ora indagato a piede libero per smaltimento illecito di rifiuti), impegnato proprio nel cantiere del Tav a Chiomonte, e, in base a quanto è emerso, un altissimo dirigente della società Cogefa, al quale forniva cocaina in cambio di favori. Scrive il giudice che almeno dal maggio del 2011 - prima ancora che venisse sgomberato il maxi presidio No Tav a Chiomonte - la 'ndrangheta manifestò la volontà di partecipare all'operazione: Giovanni Toro diventò, secondo le indagini, il referente locale dei crotonesi, gruppo di cui Mario Audia (arrestato) era il "collettore degli interessi" nel Torinese attraverso l'intermediazione di Gregorio Sisca (anche lui arrestato). Il 29 dicembre 2011 si tenne poi una riunione in Calabria, fra i boss locali e gli emissari piemontesi, in cui si sarebbe parlato anche di Alta velocità: si dovevano "predisporre società e mezzi in vista dell'avvio dei lavori di scavo del tunnel Tav".  
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza