Una settantina di vittime, città allagate, ferrovie, strade e ponti spazzati via, case abbattute, aziende distrutte, un'infinità di frane. Vent'anni fa il Piemonte veniva sconvolto da una delle alluvioni più disastrose nella sua storia. Un disastro rivissuto in questi giorni con celebrazioni in tutte le città colpite e chiusura, mercoledì 5 al Teatro Carignano di Torino, affidata al presidente della Regione, Sergio Chiamparino. Ma destano apprensione le previsioni meteo molto simili a quelle di vent'anni fa.
Esattamente come allora il maltempo arriva dopo un ottobre caldo, con massime sopra i 20 gradi anche a fine mese. Sono attese piogge che potrebbero essere molto intense in alcune zone e la neve solo dai 1.800-2.000 metri in su.
Dal '94, tuttavia, la prevenzione ha fatto grandi passi avanti in Piemonte e la macchina della Protezione Civile è una delle meglio organizzate in Italia: se ne è avuta una riprova ancora pochi giorni fa, quando l'alessandrino è stato flagellato dal maltempo appena 24 ore dopo la bomba d'acqua su Genova.
Anche se contro la fragilità del territorio e le piogge straordinarie non esistono antidoti di assoluta garanzia.
I segni dell'alluvione sono stati quasi tutti cancellati, ma il ricordo è indelebile per chi ha vissuto quei giorni di dolore ed angoscia. Nel '94 era sabato quando scattò l'allarme, ma solo la domenica, il 5 novembre, si comprese in tutta la sua gravità la portata della devastazione.
Sott'acqua finirono Alessandria, sommersa dall'esondazione del Tanaro - le vittime furono 11 - Asti, Canelli, Nizza Monferrato, Ceva, Cortemilia, il Canavese e tanti altri paesi, Le piene dei fiumi e le frane devastarono la regione in lungo ed in largo, paralizzando il traffico e dando un duro colpo all'economia. Alla fine si calcolarono danni per l'equivalente di 11 miliardi di euro. I Comuni "gravemente colpiti" furono 198, come aveva riconosciuto un decreto del presidente del Consiglio dei ministri. La fase dell'emergenza finì solo il 21 novembre.
Il Piemonte avrebbe poi conosciuto altre alluvioni, la più grave nel 2000, quando finirono sott'acqua quartieri di Torino.
L'ultima nel maggio 2008, con quattro vittime a Villar Pellice, in una casa spazzata da una frana. Ora il cielo, dopo la lunga ottobrata, sta per fare nuovamente paura.
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