"Nel peggior momento dell'Italia
dal dopoguerra, occorre attenzione alle frange più estreme della
popolazione. Mai come ora, i più poveri fra i poveri necessitano
dell'aiuto delle mense solidali dei capoluoghi piemontesi. Gente
senza tetto e senza tutto che, con il Coronavirus in giro, non
può contare nemmeno sull'elemosina per strada". E' l'appello di
Maurizio Scandurra, esperto del Terzo Settore, ai cittadini
piemontesi.
"Le mense, oggi, - spiega - scontano la chiusura delle
attività lavorative e dei relativi servizi ristorativi che
normalmente donano il cibo in avanzo. Complice la psicosi
diffusa da assalto ai supermercati, la grande distribuzione non
ha più prodotti a breve scadenza da destinare alle varie tavole
solidali".
Tra le realtà bisognose di aiuto, vengono segnalate la
torinese 'Mensa dei Poveri' di Don Adriano Gennari, 'Il Pane
quotidiano' di Biella, la 'Mensa Sociale' di Asti, la mensa' dei
Frati Cappuccini San Nazzaro della Costa di Novara, 'Tavola
Amica' della Caritas di Alessandria, la mensa sociale della
Diocesi di Cuneo e dell'Aravecchia di Vercelli. "Basta un click,
- conclude Scandurra - informandosi sul web anche da casa,
perché la carità non si fermi".
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