"Non auguro a nessuno di vedere
ciò che sto vedendo in ospedale nelle ultime settimane". Lo
scrive Noemi, infermiera della Terapia intensiva dell'ospedale
Martini di Torino, che in un lungo post su Facebook racconta la
video telefonata, "probabilmente l'ultima", tra una figlia e la
mamma ricoverata. "Brividi e lacrime di unica emozione!!", dice
l'infermiera, sicura che non dimenticherà mai quegli attimi.
Da una parte, scrive l'infermiera, quella mamma accerchiata
da operatori sanitari completamente bardati fino a non poterne
scorgere neanche il viso, un monitor che suona di continuo, un
casco in testa che non permette di parlare, un respiro difficile
e affannoso, la stanchezza dovuta alla malattia...". Dall'altro
"parole dolci e tristi - prosegue il racconto dell'operatrice
sanitaria - leggere e pesanti allo stesso tempo: 'sei sempre
stata una guerriera mamma, non mollare mai, siamo tutti con
te!'".
L'infermiera è lì accanto, dietro la mascherina. "Non importa
chi venga colpito e a quale età, questo virus molto velocemente
separa legami fino a spegnerli anche definitivamente",
sottolinea Noemi. "Se solo fosse possibile far provare a tutti
quell'emozione, sarebbero in molti a dire quel 'ti voglio bene'
in più...- è la sua convinzione -Sarebbero in molti ad essere
più comprensivi col prossimo, non solo con noi infermieri, tanto
immeritatamente bistrattati in giorni di pace quanto troppo
osannati in giorni di guerra, ma con tutti quanti,
dall'impiegato delle poste alla vicina rompiscatole... E sono
sicura che sarebbero in molti a cominciare a fare la cosa
giusta... E non perché glielo impone un decreto. Sembra una
sottile differenza, ma vi assicuro che non lo è"
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