Un manifesto del Partito Gay,
intenzionato a presentarsi alle prossime elezioni amministrative
di Torino, fa scoppiare una lite di condominio nel capoluogo
piemontese, con accuse di omofobia. "La nostra è diventata una
presenza poco gradita agli altri condomini e questo perché
abbiamo messo in vetrina il manifesto del Partito Gay per i
diritti Lgbt+, Solidale, Ambientalista, Liberale", spiega Davide
Balducci, presidente dell'associazione 'Diritti e Libertà'.
La querelle in via Vagnone 20, nel quartiere San Donato,
dove da un mese e mezzo, sotto il porticato, l'associazione è in
affitto in alcuni locali "All'inizio non avevamo avuto problemi.
Ci siamo presentati e abbiamo spiegato le attività
dell'associazione". Le cose sono cambiate "quando abbiamo messo
il manifesto per le prossime elezioni". Mentre per il
proprietario non ci sono problemi, non altrettanto - è la
ricostruzione di Balducci - "dall'amministratore del condominio
che ci ha fatto sapere che il regolamento vieta di affittare
spazi per lo svolgimento di attività politica e di partito -
sottolinea Balducci - Ma abbiamo affittato questo spazio come
associazione e non come partito". Secondo Balducci a questo
clima ostile si deve anche la scomparsa della targhetta
dell'associazione.
Intanto arriva la solidarietà di Fabrizio Marrazzo, portavoce
del Partito Gay: "A Torino ci presenteremo alle elezioni, che
piaccia o meno a coloro che si infastidiscono per un arcobaleno.
Questo è un attacco alla democrazia", sostiene.
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