Lo smart working e le restrizioni
legate alla pandemia hanno limitato l'accesso a bar e
ristoranti, aumentando la media giornaliera di caffè consumati
in casa (da 1,9 a 2,4). Inoltre cresce la ricerca di un caffè di
qualità migliore e cambia la percezione del gesto, sempre più
inteso come un momento di relax e convivialità domestica. E'
quanto emerge da una ricerca presentata da De' Longhi e condotta
da Nielsen su come sono cambiate le abitudini degli italiani nel
corso dell'ultimo anno relativamente al consumo di caffè.
Oltre il 66% degli intervistati lavora da casa 2 giorni o
più a settimana e il 45% almeno 4 giorni: per tutti il caffè
rimane un elemento imprescindibile della quotidianità, come
dimostra il fatto che il 78% degli italiani ne beve almeno uno
al giorno, principalmente a colazione e a pranzo. I gusti
rimangono gli stessi, con il 63% che continua a bere il classico
espresso. Il 79% si dice d'accordo o molto d'accordo
sull'eventualità di spendere un po' di più per gustare un buon
caffè anche a casa, per quasi il 40% l'home bar assume un ruolo
nuovo all'interno dell'ambiente domestico, con più della metà di
questi (oltre il 20%) che ha realizzato un angolo dedicato al
caffè e la restante parte in procinto di farlo.
La ricerca di un caffè migliore ha portato circa il 14%
degli intervistati ad acquistare una macchina per il caffè
espresso durante il periodo della pandemia, mentre un altro 22%
ha intenzione di acquistarne una. Nell'ultimo anno è diminuito
l'uso della moka (dal 43% al 39%), in favore delle macchine per
caffè espresso (dal 54% al 58%). I risultati sono confermati
dall'andamento del mercato che, nel 2020, ha visto il comparto
delle macchine per caffè espresso registrare un aumento delle
vendite a valore pari al 12% rispetto all'anno precedente.
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