La legge regionale del Piemonte del
2016 contro il gioco d'azzardo patologico "è stata e continua ad
essere un importante punto di riferimento nazionale e
internazionale. Sarebbe un errore grave depotenziarla o
abrogarla. Siamo coscienti dell'importanza di dare impulso alla
ripartenza economica, e del valore del lavoro ma lo sviluppo
economico al quale si deve tendere non può prescindere dalla
tutela della salute e del benessere delle persone". Lo afferma
un appello, alla Regione Piemonte, dell'Ordine degli Psicologi
del Piemonte e dell'Ordine dei Medici di Torino.
Psicologi e medici ci tengono a sottolineare come "molte
ricerche scientifiche, portate avanti da istituti quali Cnr e
Ires abbiano mostrato che la legge, nel suo primo triennio
2017-2019, abbia portato ad una riduzione del 20% di persone
colpite da ludopatia. Non solo. "La chiusura delle sale gioco, a
causa delle misure anti-Covid - aggiungono i due Ordini - ha
ulteriormente dimostrato come la riduzione dell'accessibilità a
questi luoghi sia in relazione con la riduzione delle persone
che sviluppano il disturbo. Nei prossimi anni sarà necessario
uno sforzo importante di tutte le forze in campo, per
ridisegnare un modello sanitario in grado di intercettare
precocemente e gestire i disagi e i disturbi psicofisici legati
alla pandemia. Non si può esporre la popolazione a ulteriori
rischi di disagio, sofferenza e malattia. Stimoli quali slot
machine e videolottery, nei confronti di persone già rese più
fragili dal momento e quindi meno lucide e più reattive, sono
fonte di un rischio elevatissimo di sviluppare dipendenza
patologica"
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