"Sono contento di tornare dalla
mia famiglia, ma sono disperato per le quattordici vittime". Lo
ha detto il direttore di esercizio della funivia del Mottarone,
Enrico Perocchio, lasciando il carcere di Verbania dopo che il
gip lo ha rimesso in libertà. "L'errore è stato mettere i
forchettoni per ovviare ad un problema che si sarebbe risolto -
ha aggiunto -. Se avessi saputo che erano stati messi non avrei
avvallato la scelta, in carcere stavo male per le persone
mancate e per la mia famiglia".
Perocchio, parlando con i cronisti, ha spiegato che non
riesce a darsi una spiegazione su cosa sia successo alla fune
che si è spezzata. "Tutte le manutenzioni sono state fatte - ha
aggiunto - ora vedremo dalle analisi, io quel giorno sono
partito immediatamente appena ho saputo della strage, mi sono
sentito morire quando ho saputo delle accuse dei pm, ho sentito
come un macigno addosso". Ha chiarito che "fisicamente non
toccava a me guardare" se i forchettoni sui freni erano rimasti
inseriti. "Non so perché Tadini abbia detto che io ho avvallato
la sua scelta", ha proseguito spiegando ancora che "questa
tragedia la ricorderò tutta la vita".
Perocchio ha detto inoltre di non avere "mai ricevuto da
Nerini", il gestore dell'impianto, "pressioni per mantenere la
funivia aperta".
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