Può essere dannoso per le api un
pesticida di nuova generazione, il flupyradifurone, messo in
commercio come "sicuro" per i preziosi insetti impollinatori. E'
la conclusione di una ricerca internazionale coordinata
dall'Università di Torino (UniTo), pubblicata su Communication
biology, una rivista dl gruppo Nature. Un team guidato dal prof.
Simone Tosi, del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e
Alimentari (DISAFA) dell'ateneo torinese, ha svolto un ampio
esperimento su più sottospecie di api per valutare gli effetti a
breve e lungo termine del nuovo pesticida, dimostrando come il
flupyradifurone "comprometta la sopravvivenza e il comportamento
delle api anche a livelli di contaminazione bassi".
Sette laboratori, situati in sei Paesi in Europa e Nord
America, hanno partecipato all'esperimento utilizzando lo stesso
protocollo e hanno esposto più sottospecie di api da miele a
vari livelli di contaminazione da flupyradifurone. I risultati
dimostrano come l'esposizione a lungo termine a questo pesticida
possa aumentare la mortalità delle api. Anche livelli bassi di
flupyradifurone (101 volte inferiori a quelli rilevati in
precedenti studi di più breve durata) compromettono la
sopravvivenza e il comportamento degli insetti. A tali livelli,
questo pesticida - secondo i ricercatori - aumenta il numero di
api con comportamenti anormali, quali la perdita di
coordinazione e l'iperattività.
"La ricerca - conclude Tosi - è un passo particolarmente
importante perché, attualmente, i processi di approvazione dei
pesticidi variano da Paese a Paese. Per salvaguardare le api e
il nostro ambiente, gli effetti letali e comportamentali a lungo
termine dovrebbero essere regolarmente valutati, proprio perché
i nostri risultati sollevano preoccupazioni sull'impatto cronico
dei pesticidi sulla salute degli impollinatori su scala
globale".
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