Nel carcere di Torino "la tensione
è alle stelle e il personale è abbandonato a se stesso, nella
totale assenza di relazioni con l'amministrazione". E' l'accusa
di Leo Beneduci, segretario generale Osapp (sindacato autonomo
di polizia penitenziaria), che ha scritto una lettera
indirizzata, tra gli altri, al capo del dipartimento
dell'amministrazione penitenziaria, al ministro della Giustizia,
al provveditore di Torino e al direttore della casa
circondariale..
Tra le critiche dell'Osapp, oltre al caso della mensa
obbligatoria per il personale del Nucleo Traduzioni, "per cui la
direzione ha disposto non spetti qualora la traduzione termini
oltre l'orario di servizio,", l'aumento "a dismisura del ricorso
dei detenuti alle visite ambulatoriali esterne al carcere anche
con sintomi estremamente lievi", la "decurtazione di oltre il
40% dell'organico del Nucleo Traduzioni", vi è la situazione di
"smarrimento" organizzativo e perdita di riferimenti certi" che
colpisce il personale interno a diretto contatto con i detenuti"
in un carcere che "è stato letteralmente 'invaso' in tutte le
sezioni da detenuti con seri problemi psichiatrici,".
Per l'Osapp, inoltre, sussisterebbero "inequivocabili
segnali di diseguaglianza nella difforme distribuzione degli
incarichi, dei servizi notturni e festivi e dei carichi di
lavoro" mentre "singoli addetti sarebbero spesso apostrofati in
maniera dura e sconveniente, senza reali motivazioni".
Infine, per Osapp l'istituto penitenziario di Torino
"subirebbe da tempo i disagi di un costante sovraffollamento, a
differenza di altri istituti di pena sul territorio per i quali
gli effetti della pandemia hanno determinato il decremento delle
presenze detentive".
Il sindacato, dunque, chiede "azioni urgenti" per una
struttura "teatro più volte di episodi anche gravi e d'indubbia
rilevanza nazionale" per "condurre nell'istituito vertici
maggiormente consoni alle esigenze".
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