La campagna elettorale per
raccogliere le firme per il referendum per la liberalizzazione
della cannabis, "che ha raggiunto risultati inattesi", chiude
domani a Torino con un "cannabis buffet" presso l'Associazione
Radicale Adelaide Aglietta a Torino.
"C'è tempo per firmare fino a fine ottobre. Ad oggi sono
stati raggiunte oltre 650.000 firme - ricorda il radicale Silvio
Viale - grazie alla proroga al 31 ottobre ottenuto dal Consiglio
dei Ministri. Un numero di firme raggiunto in tempi stretti e
che supera il tetto richiesto di 500.000 firme, prova di una
sensibilità generale sul tema molto positiva. E Torino, città
prima in Italia, nel 1996, a firmare un ordine del giorno sulla
liberalizzazione della cannabis, ancora una volta si è
dimostrata tra le più attive. Come era gia' accaduto per la
richiesta di referendum sull'eutanasia firmata da un milione di
italiani. Con Milano e Torino in testa per numeri".
Patrizia De Grazia, coordinatrice dell'Associazione
Aglietta, ha poi posto l'accento sul fattore sicurezza:
"legalizzare la vendita di cannabis vuol dire rendere più sicuri
molti quartieri di Torino perché gli spacciatori di cannabis, lo
stupefacente più venduto, non avrebbero più ragion d'essere. Il
referendum chiede anche la depenalizzazione
dell'autocoltivazione della cannabis. È assurdo che un
consumatore, anche e soprattutto per motivi di salute, debba
venir denunciato e multato, come è successo al cuneese Walter de
Benedetto, anche se poi, alla fine, è stato assolto. Continuare
a ritenere illegale la vendita di cannabis - ha concluso - ha
anche un elevato costo sociale ed economico per lo Stato,
considerato che un terzo dei detenuti italiani si trova in
carcere per spaccio, e soprattutto di cannabis".
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