Si intitola 'Non voglio morire', la
frase di Giuseppe Demasi, una delle vittime nel rogo della
ThyssenKrupp. rimasta nella registrazione delle telefonata ai
vigili del fuoco, il libro di Stefano Peiretti sulla storia dei
7 operai morti il 5 dicembre 2007 nell'acciaieria, a Torino. A
presentarlo oggi, oltre all'autore, al team editoriale di Echos
e ad Antonio Boccuzzi, l'unico sopravvissuto e poi per anni
deputato, c'erano i famigliari delle vittime tra cui Rosina
Dimasi, la mamma di Giuseppe, l'ultimo dei 7 a morire dopo 25
giorni di agonia in ospedale. "Quella frase - dice Peiretti,
attivista per i diritti civili - è la frase universale di tutti
gli uomini, ancora tantissimi, che muoiono sul lavoro. Ho
comunque chiesto alla mamma di Giuseppe il consenso".
Il libro ha come collettore delle storie di Rocco, Bruno,
Rosario, Roberto, Antonio e Giuseppe, la figura di Luca Mariani,
appassionato giornalista che si imbatte nella vicenda e che
decide raccogliere le memorie inedite dei famigliari, scritte di
proprio pugno dalle madri, dalle sorelle e dalle mogli dei 7
operai. "Il ricordo è vivissimo - dice Laura, sorella di
Giuseppe - e scrivere ci ha aiutato più della terapia
psicologica che in questi 14 anni nessuno di noi ha smesso!. "I
vigili del fuoco hanno scambiato il corpo di mio figlio per un
sacchetto nero dell'immondizia, poi hanno visto la fede - dice
la mamma di Antonio - quell'immagine l'ho negli occhi come
allora". "Chiederemo al sindaco Stefano Lo Russo un aiuto per
fare della presentazione, il 5 dicembre un evento di memoria
cittadina", ha detto Peiretti.
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