"Dopo quattro anni questi operai
sono esasperati, bisogna ascoltarli e non fare promesse che non
si mantengono". Lo afferma l'arcivescovo di Torino, monsignor
Cesare Nosiglia, che questa mattina ha incontrato una
delegazione dei 377 lavoratori Embraco per i quali il 22 gennaio
scade la cassa integrazione. "Il governo intervenga e dia
risposte adeguate", è l'appello di Nosiglia, che si rivolge in
particolare "alle imprese cattoliche, cristiane, perché ci sia
una risposta comunitaria. Se si mettono tante imprese insieme
forse si può trovare una soluzione. Ma tutti devono fare la loro
parte, a cominciare dal ministero".
"E' una situazione che non può essere accettata, bisogna fare
tutto il possibile, e il più presto possibile, per trovare una
soluzione", insiste l'arcivescovo di Torino, secondo cui i 377
lavoratori Embraco "si sentono abbandonati da tutti". "Siamo in
un Paese che mette al primo posto il lavoro e invece non si dà a
queste persone la possibilità di lavorare. Se non si dà una
risposta alle persone che vogliono lavorare che Paese è?".
"Ci hanno illuso, truffato, deluso, adesso ci devono tutelare
a livello economico e sociale - dicono dal canto loro i
lavoratori -. Siamo a dieci giorni dalla scadenza e sono tutti
sordi. Siamo stati scippati del lavoro con una truffa".
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