Anche il mondo del vino deve fare i
conti con il 'muro' dell'aumento dei prezzi di materie prime
(dall'uva a vetro, cartoni, plastica, tappi) ed energia. Le
aziende vinicole sono costrette a ritoccare i prezzi - nella
media del 10% - e il consumatore finale, cliente di enoteche e
ristoranti o della Gdo, si troverà probabilmente nei prossimi
mesi a dovere pagare le bottiglie fino al 20-30% in più.
La situazione è stata analizzata da 'The Wine Net', rete tra
7 delle più importanti cooperative italiane: Valpolicella Negrar
(Veneto), Pertinace (Piemonte), Frentana (Abruzzo), Vignaioli
Scansano (Toscana), CVA Canicattì (Sicilia), La Guardiense
(Campania), Colli del Soligo (Veneto).
La reazione del mercato ai nuovi listini proposti è stata
diversificata Mentre nel canale Horeca gli operatori li hanno
accettati, la grande distribuzione oppone maggiori resistenze
anche se non mancano insegne che hanno compreso senza difficoltà
la situazione. Altre però - ha fatto notare 'The wine net' -
stanno già "facendo campagne pubblicitarie rivolte al
consumatore per rassicurarlo sull'assenza di aumenti, facendo
ricadere il mancato profitto solo sulle cantine. La soluzione
corretta dovrebbe essere la trasparenza verso il cliente finale,
all'insegna di una 'economia etica' che ripartisca i disagi su
tutti gli attori, non solo su una categoria, consapevoli che
solo stando assieme si può vincere".
Gli importatori per l'estero in gran parte hanno accettato di
ripartire in modo equo un rincaro previsto del 15-18%, con un 8%
sostenuto dalla cantina con il mancato guadagno, un 5% di
aumento dei listini e un 5% di assorbimento da parte
dell'importatore.
Cesare Barbero, direttore della Cantina Pertinace, di Treiso
(Cuneo), ha spiegato il percorso della cooperativa langarola
verso i nuovi listini: "La nostra idea era di non aumentare i
prezzi, tenendo conto della situazione Covid, e siamo riusciti a
rispettare l'intento, ma mese dopo mese l'aumento delle materie
prime e dei costi energetici ci ha costretto a cedere: da
febbraio-marzo praticheremo un aumento del 10% per il mercato
italiano, del 5-7% per quelli esteri".
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