Nove sculture in acciaio a specchio
lucidato a mano, alcune delle quali superano i tre metri di
altezza. Un percorso, in un luogo solenne, tra mitologia greca e
cultura pop. Con la mostra personale di Daniele Basso Le pieghe
dell'anima, a cura di Irene Finiguerra, dal 2 luglio al 18
settembre l'arte contemporanea entra in dialogo con la solennità
del complesso monumentale del Santuario di Oropa - patrimonio
Unesco - nei pressi di Biella, a circa 1.159 metri di
altitudine, circondato dalle montagne.
All'entrata del Santuario, nel piazzale basso, il visitatore
viene accolto da Boogyeman (la paura) affrontata da Ikaros (il
coraggio e l'aspirazione al volo) posizionata a sua volta nel
piazzale antistante alla Basilica Superiore. Il cuore del
Santuario, la Basilica Antica, ospita sull'altare del sacello la
statua blu del Cristo Ritorto il cui intenso colore blu spinge
il pubblico a un'interrogazione sulla fede. Sotto al colonnato,
verso la pianura, il falco Achill costituisce un omaggio alla
montagna, che abbraccia con durezza e incantevole bellezza il
santuario, ma allo stesso tempo assume un valore sciamanico.
Nella Biblioteca, che verrà aperta al pubblico proprio in
occasione della mostra, le opere Frame, volutamente incompiute.
Sarà presente una versione in acciaio della Venere di Milo, a
rappresentare come i miti antichi possano sempre trovare nuove
forme. Proseguendo nelle stanze reali del Museo dei tesori
l'opera Re Leone esprime regalità, dignità, potere, mentre nella
manica di Sant'Eusebio, antistante la Basilica Antica, l'opera
Blue Vierge reinterpreta in chiave contemporanea l'ex-voto per
esprimere il sentimento potente della riconoscenza.
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