Misure strutturali e l'uso plurimo
delle acque. Queste le richieste di Coldiretti Torino per far
fronte alla siccità. L'organizzazione agricola, che evidenzia
come ad oggi l'acqua invasata per l'uso idroelettrico in
pochissimi casi viene utilizzata per l'irrigazione, chiede un
tavolo di confronto con i gestori delle 23 Grandi Deviazioni
esistenti nel Torinese, compresi gli invasi alpini. "Se cambia
il clima occorre cambiare anche l'approccio all'utilizzo della
risorsa idrica - spiega Bruno Mecca Cici, presidente di
Coldiretti Torino - L'acqua invasata per concessioni
idroelettriche deve poter essere utilizzata anche per venire in
soccorso alle coltivazioni nei periodi di grave siccità. Proprio
come è accaduto l'estate scorsa con l'accordo tra Coldiretti
Torino e Iren grazie al quale la società ha rilasciato dalla sua
diga di Ceresole una quantità di acqua sufficiente a superare il
momento critico delle coltivazioni". "Ora apprendiamo, con
interesse, che, anche quest'anno, Iren avrebbe intenzione di
venire in soccorso alle coltivazioni nel caso non bastasse
l'acqua normalmente captata dai consorzi irrigui dell'Orco.
Pensiamo che questo atteggiamento di attenzione per il mondo
agricolo sia un esempio da seguire in tutto il territorio
torinese visto che tutti i segnali ambientali ci dicono che la
prossima estate potrebbe essere nuovamente calda e secca",
conclude Mecca Cici. Secondo Coldiretti serve partire al più con
la progettazione di grandi opere idriche "come l'invaso di
Combanera in val di Viù e di piccoli invasi sparsi sul
territorio".
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