Sindacati, associazioni di
volontariato e di utenti, organizzazioni professionali, comitati
spontanei, pazienti e medici si mobilitano, per la prima volta
tutti insieme, in difesa del servizio sanitario pubblico. Sono
pronti a dare battaglia e, per questo, hanno unito le forze in
un unico e ampio soggetto, il Comitato per il diritto alla
tutela della salute e alle cure, che ha tenuto la prima
assemblea in periferia, nel giardino Peppino Impastato, davanti
all'ospedale San Giovanni Bosco.
La prima iniziativa è un appello in nome dell'articolo 32
della Costituzione che recita: "la Repubblica tutela la salute
come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della
collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti". Nei
prossimi giorni partirà una marcia a tappe che toccherà diverse
province del Piemonte e si concluderà il 27 maggio con una
manifestazione a Torino.
"Siamo qui perché abbiamo il compito di tutelare la salute
delle persone garantendo la qualità dell'atto medico. Oggi non
siamo in grado di farlo negli ospedali e nel territorio", spiega
il presidente dell'Ordine provinciale dei medici di Torino,
Guido Giustetto. "Questo Comitato vuole non solo difendere, ma
anche rilanciare la sanità e l'assistenza pubblica. Alla sanità
piemontese rispetto al 2018 mancano 9.000 tra infermieri e
medici. Chiediamo che tutti i soldi disponibili vengano spesi
per assumere, la privatizzazione della sanità va fermata",
osserva Giorgio Airaudo, segretario della Cgil Piemonte. "I
mancati investimenti, la dolosa incapacità di fare
programmazione sta togliendo ai cittadini la libertà di potersi
scegliere un medico di fiducia" aggiunge Roberto Venesia,
segretario della Fimmg (associazione dei medici di famiglia).
"E' il primo Comitato del genere in Italia. Il taglio di 1.5'00
posti letto è inaccettabile, le liste d'attesa di quasi un anno
per alcuni esami sono una vergogna, così come il passaggio
continui dei medici al privato", dice Chiara Rivetti del
sindacato dei medici Anaao.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA