Circa due mesi prima della tragedia
della funivia del Mottarone in cui due anni fa persero la vita
14 persone "si era verificato un accavallamento di funi
sull'impianto" ma all'Ustif, l'ufficio speciale trasporti a
impianti fissi del Piemonte, organismo del ministero delle
Infrastrutture "non è pervenuta alcuna comunicazione".
Lo ha raccontato lo scorso 23 febbraio al procuratore di
Verbania Olimpia Bossi e al pm Laura Correra, uno dei tecnici
dello stesso Ustif regionale, sentito come testimone
nell'inchiesta appena chiusa nei confronti di Luigi Nerini,
titolare di Ferrovie del Mottarone, di Enrico Perocchio,
direttore di esercizio, di Gabriele Tadini, capo servizio, di
Anton Seber, presidente del cda di Leitner, incaricata della
manutenzione, di Martin Leitner, consigliere delegato del
gruppo altoatesino, di Peter Rabanser, il responsabile del
customer service e delle due società.
Nel verbale, tra quelli agli atti dell'indagine, il tecnico
ha precisato "che un simile evento dovesse essere comunicato in
modo da metterci in condizione di predisporre gli eventuali
controlli di carattere straordinario, ciò anche in ragione della
durata dell'episodio e della porzione di funi interessata".
Inoltre ha aggiunto: in caso di "accavallamento funi,
scarrucolamenti o guasti di particolare importanza (...) è il
direttore di esercizio" che "entro 5 giorni dal fatto (...) deve
predisporre una relazione e inviarcela" .
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