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Droghetti nuovo direttore chirurgia toracica a Candiolo

Droghetti nuovo direttore chirurgia toracica a Candiolo

Irccs assume l'esperto della chirurgia oncologica mini invasiva

TORINO, 08 agosto 2023, 13:20

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Andrea Droghetti è il nuovo direttore della chirurgia toracica oncologica dell'Irccs Candiolo cancer center. Esperto di chirurgia mini-invasiva, è stato tra i primi in Italia ad operare dal 2006 i tumori polmonari con la tecnica videotoracoscopica Solo il 25% dei tumori polmonari sono operabili, un numero troppo basso, secondo il chirurgo toracico.
    Il nuovo direttore punta ad aumentare la percentuale con i trattamenti innovativi come l'immunoterapia e le terapie a bersaglio molecolare.
    Classe 1970, di origini senesi, Droghetti, dopo la laurea all'Università degli studi di Perugia è stato dirigente medico presso la struttura complessa di chirurgia toracica e vascolare dell'azienda ospedaliera di Bolzano per poi sbarcare oltreoceano al Memorial sloan kettering cancer center di New York City, dove ha perfezionato le tecniche mini-invasive per il trattamento dei tumori polmonari e del mesotelioma. Nel 2013 è stato tra i fondatori del Vats group, il più grande registro sulle lobectomie polmonari mini-invasive videoassistite.
    "Sono davvero orgoglioso - dice Droghetti - di esser entrato a far parte del grande team del Candiolo cancer center, dove lavorano rinomati professionisti e dove si fa ricerca di frontiera. Tra i miei obiettivi c'è contribuire all'implementazione e all'utilizzo sempre più diffuso delle tecniche chirurgiche mini-invasive per ridurre il trauma per l'asportazione del tumore polmonare e consentire una maggiore integrazione con la terapia oncologica medica". "Con la chirurgia mini-invasiva - osserva - si estendono le opzioni di trattamento dei pazienti. Grazie al minore traumatismo, si riduce il rischio di complicanze e si dimezzano i tempi di degenza che passano mediamente da 8-12 giorni a 3-4. In questo modo il paziente può subito iniziare e o continuare le terapie mediche, perché il corpo è meno provato rispetto a quanto invece sarebbe stato dopo un intervento toracico 'open'. La maggiore integrazione tra terapie mediche e chirurgiche può aumentare le probabilità che i pazienti inizialmente inoperabili, che ancora rappresentano il 70-80% di tutti i tumori polmonari, diventino operabili, aumentando così le chance di sopravvivenza".
   

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