Andrea Droghetti è il nuovo
direttore della chirurgia toracica oncologica dell'Irccs
Candiolo cancer center. Esperto di chirurgia mini-invasiva, è
stato tra i primi in Italia ad operare dal 2006 i tumori
polmonari con la tecnica videotoracoscopica Solo il 25% dei
tumori polmonari sono operabili, un numero troppo basso,
secondo il chirurgo toracico.
Il nuovo direttore punta ad aumentare la percentuale con i
trattamenti innovativi come l'immunoterapia e le terapie a
bersaglio molecolare.
Classe 1970, di origini senesi, Droghetti, dopo la laurea
all'Università degli studi di Perugia è stato dirigente medico
presso la struttura complessa di chirurgia toracica e vascolare
dell'azienda ospedaliera di Bolzano per poi sbarcare oltreoceano
al Memorial sloan kettering cancer center di New York City, dove
ha perfezionato le tecniche mini-invasive per il trattamento dei
tumori polmonari e del mesotelioma. Nel 2013 è stato tra i
fondatori del Vats group, il più grande registro sulle
lobectomie polmonari mini-invasive videoassistite.
"Sono davvero orgoglioso - dice Droghetti - di esser entrato
a far parte del grande team del Candiolo cancer center, dove
lavorano rinomati professionisti e dove si fa ricerca di
frontiera. Tra i miei obiettivi c'è contribuire
all'implementazione e all'utilizzo sempre più diffuso delle
tecniche chirurgiche mini-invasive per ridurre il trauma per
l'asportazione del tumore polmonare e consentire una maggiore
integrazione con la terapia oncologica medica". "Con la
chirurgia mini-invasiva - osserva - si estendono le opzioni di
trattamento dei pazienti. Grazie al minore traumatismo, si
riduce il rischio di complicanze e si dimezzano i tempi di
degenza che passano mediamente da 8-12 giorni a 3-4. In questo
modo il paziente può subito iniziare e o continuare le terapie
mediche, perché il corpo è meno provato rispetto a quanto invece
sarebbe stato dopo un intervento toracico 'open'. La maggiore
integrazione tra terapie mediche e chirurgiche può aumentare le
probabilità che i pazienti inizialmente inoperabili, che ancora
rappresentano il 70-80% di tutti i tumori polmonari, diventino
operabili, aumentando così le chance di sopravvivenza".
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