Vendemmia al via già a fine agosto anche per il Brachetto, complicata dalle temperature africane che intralciano il lavoro tra i filari e hanno accelerato in modo impressionante la maturazione delle uve, con la difficoltà ormai cronica di reperire manodopera e una siccità persistente che taglierà i volumi della raccolta.
Unica voce positiva la sanità dell'uva che darà, come accade da alcuni anni, grandi vini.
E', in sintesi, il quadro della vendemmia
2023 del brachetto, coltivato tra Acquese e Astigiano.
"Per i vigneti di bassa collina l'invaiatura è completa -
spiega Daniele Eberle, agronomo consulente del Consorzio Tutela
Vini d'Acqui -, la sanità delle uve buona, le scottature sono
assenti. La dimensione degli acini rimane piccola e in netta
diminuzione, segno di scarsità di acqua. La temperatura delle
uve in ingresso cantina varia da 30 a 40 gradi".
Il cambiamento del clima - aggiunge Paolo Ricagno,
presidente del Consorzio di tutela del Brachetto - ci sta
spingendo verso una meccanizzazione. Una scelta inevitabile. Per
fortuna, l'uva - nonostante siccità e qualche fitopatologia - ha
tenuto. Faremo ancora grandi vini, ma questo non deve
distogliere l'attenzione da un progetto di resistenza,
resilienza e profonda ristrutturazione del vigneto Piemonte, di
cui il Brachetto è parte integrante".
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