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'Tanta fatica per nulla', un libro-inchiesta dà voce ai precari

'Tanta fatica per nulla', un libro-inchiesta dà voce ai precari

Testimonianze raccolte dal segretario della Fiom Torino Lazzi

TORINO, 07 settembre 2023, 14:32

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Precari nel lavoro, precari nella vita. Da Nord a Sud, in tutta la Penisola. Basse retribuzioni per tutti, stesse umiliazioni e ansie sul futuro. E' dedicato alle lavoratrici e ai lavoratori - giovanissimi, ma anche in età matura, costretti a barcamenarsi con lavoretti saltuari - il libro 'Tanta fatica per nulla. La regola della precarietà', di Edi Lazzi, Il segretario generale della Fiom di Torino e già autore di un libro denuncia sul lavoro femminile.
    Appena uscito in libreria e on line, edito dal Gruppo Abele a cui andranno gli incassi, è un lavoro collettivo che propone tredici testimonianze del disagio delle nuove generazioni. Come quella di Lina e Carlo, ragazzi campani che insegnano negli istituti privati senza prendere lo stipendio, ma solo per fare punteggio per i concorsi della scuola pubblica. O il racconto di Roberta, 25 anni, che ha lasciato la scuola per il bullismo e ora si trova incastrata nel lavoro nero. O quello di Giovanni, logopedista costretto a dare ripetizioni alle medie. Storie tutte diverse tra loro, ma "tutte uguali per il sottofondo di disagio, di vera e propria angoscia, di perdita di sé che comunicano" scrive Marco Revelli nella prefazione.
    "E' giunto il momento di porci la domanda se sia possibile cambiare rotta, se ci sia una soluzione, o quanto meno un'ipotesi di uscita, al disastro a cui stiamo assistendo. Per quanto mi riguarda la risposta è certamente sì. Non è semplice, ma è possibile per lo meno tentare di individuare un percorso che vada nella direzione di un sostanziale cambiamento" conclude Lazzi che fa proposte concrete e alla fine del libro rivolge un appello ai giovani "a non rinchiudersi nell'individualismo".
    Lazzi sa bene che il lavoro precario mina la solidarietà tra le persone, ma è convinto che il sindacato non possa rassegnarsi a un mondo ingiusto e rinunciare a dare voce alle nuove generazioni, a lottare per riconoscere diritti e tutele.
   

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