Precari nel lavoro, precari nella
vita. Da Nord a Sud, in tutta la Penisola. Basse retribuzioni
per tutti, stesse umiliazioni e ansie sul futuro. E' dedicato
alle lavoratrici e ai lavoratori - giovanissimi, ma anche in età
matura, costretti a barcamenarsi con lavoretti saltuari - il
libro 'Tanta fatica per nulla. La regola della precarietà', di
Edi Lazzi, Il segretario generale della Fiom di Torino e già
autore di un libro denuncia sul lavoro femminile.
Appena uscito in libreria e on line, edito dal Gruppo Abele
a cui andranno gli incassi, è un lavoro collettivo che propone
tredici testimonianze del disagio delle nuove generazioni. Come
quella di Lina e Carlo, ragazzi campani che insegnano negli
istituti privati senza prendere lo stipendio, ma solo per fare
punteggio per i concorsi della scuola pubblica. O il racconto di
Roberta, 25 anni, che ha lasciato la scuola per il bullismo e
ora si trova incastrata nel lavoro nero. O quello di Giovanni,
logopedista costretto a dare ripetizioni alle medie. Storie
tutte diverse tra loro, ma "tutte uguali per il sottofondo di
disagio, di vera e propria angoscia, di perdita di sé che
comunicano" scrive Marco Revelli nella prefazione.
"E' giunto il momento di porci la domanda se sia possibile
cambiare rotta, se ci sia una soluzione, o quanto meno
un'ipotesi di uscita, al disastro a cui stiamo assistendo. Per
quanto mi riguarda la risposta è certamente sì. Non è semplice,
ma è possibile per lo meno tentare di individuare un percorso
che vada nella direzione di un sostanziale cambiamento" conclude
Lazzi che fa proposte concrete e alla fine del libro rivolge un
appello ai giovani "a non rinchiudersi nell'individualismo".
Lazzi sa bene che il lavoro precario mina la solidarietà tra le
persone, ma è convinto che il sindacato non possa rassegnarsi a
un mondo ingiusto e rinunciare a dare voce alle nuove
generazioni, a lottare per riconoscere diritti e tutele.
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