"Come Regione Piemonte vogliamo schierarci a fianco del Comitato promotore per il riconoscimento del Giandujotto di Torino Igp, a livello di giunta e di consiglio, e intendiamo assistere il comitato in tutte le fasi di contraddittorio, contro le istanze della Lindt. Certi di essere dalla parte del giusto, perché noi stiamo proteggendo un territorio e non un'azienda". A parlare è stato il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, che ha incontrato il comitato nella sede del Consiglio regionale, presente il presidente dell'assemblea, Stefano Allasia, dopo che il gruppo Lindt si è opposto al riconoscimento dell'Igp.
"Chiunque voglia venire qui a mettere un'azienda che produca gianduiotti a Torino, rispettando il disciplinare del comitato - ha proseguito Cirio, può venire qui e farlo. C'è una precisa ricetta, che ha una storicità e un'appartenenza territoriale che crediamo sia il valore distintivo di questo prodotto nel mondo.
Abbiamo fatto partecipare telefonicamente il ministro Lollobrigida a questo incontro e stasera stessa il ministro riceverà una nota riassuntiva delle istanze e delle controdeduzioni del comitato e con lui intendiamo seguire questa partita. Domani alle 15.15 avremo una call ufficiale con il commissario europeo all'agricoltura, a cui trasferiremo quanto trasferito al ministro, cioè la volontà e l'esigenza di difendere un marchio di una città e di un territorio, con una ricetta e con una localizzazione ben specifica".
Cirio, a fianco del presidente del comitato, Guido Castagna, pluripremiato cioccolatiere a livello mondiale che rappresenta i colleghi piemontesi, ha riassunto per l'occasione l'iter per il riconoscimento. Nel marzo del 2022 c'era stata la presentazione della richiesta di riconoscimento alla stessa Regione Piemonte, che a settembre dello stesso anno aveva trasmesso il proprio parere favorevole e il fascicolo al ministero dell'Agricoltura.
È in questa fase di valutazione che ora si è inserita l'opposizione dell'azienda svizzera.
"Si è voluto fare questo disciplinare inclusivo e non inclusivo e per questo abbiamo coinvolto quattro facoltà dell'università di Torino, Agraria, Economia, Giurisprudenza, il Politecnico, che hanno collaborato per le ricerche di ricette, analisi sensoriale, pressione, colore. Non abbiamo nulla contro Caffarel, Lindt o altri, anzi il nostro scopo è di essere inclusivi, rispettando una ricetta storica, che prevede l'utilizzo dal 30% al 45% di Nocciola di Piemonte Igp. Non a caso la chiamiamo un po' per gioco Igp al quadrato, perché ci risulta essere la prima Igp fatta con una percentuale importante di un'altra Igp". La spiegazione è di Castagna.
"C'è inoltre - ha aggiunto - l'esclusione del latte in polvere, perché all'epoca non veniva ancora prodotto. Si vuole quindi rispettare una vecchia ricetta, aggiornata ai tempi di oggi, con una produzione localizzata nell'intero territorio del Piemonte. Ci piace anche ricordare che tecnicamente il gianduia nasce come primo surrogato del cioccolato, perché mescolato con la nocciola, che era un materiale povero, diventato negli anni molto nobile".
Il segretario del comitato, l'avvocato Antonio Borra, ha riferito come da un punto di vista economico "il volume d'affari della produzione del giandujotto sule territorio Piemonte sia di circa 200 milioni di euro l'anno. Modica con il riconoscimento dell'Igp è passata da 350.000 a 5 milioni di tavolette l'anno.
Noi dobbiamo questo a tutti quelli che rappresentano la tradizione cioccolatiera piemontese. Vogliamo che tutti, e paradossalmente anche la Lindt e per rilanciare la sua produzione in Piemonte, possano usare questo marchio Igp".
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