Non possiamo fare a meno del Parco
della salute, della ricerca e dell'innovazione, una rete
pubblica che coinvolga i cittadini può servire ad accelerare per
la sua realizzazione. Lo chiedono insieme il Politecnico di
Torino, il Dipartimento di Giurisprudenza e la Scuola di
Medicina dell'Università di Torino, l'Unione Industriali e il
Polo del '900 che hanno messo a punto un decalogo per ricordare
l'importanza di questo progetto. Insieme promuoveranno un ciclo
di incontri pubblici per discuterne con i cittadini e gli
stakeholder: il primo è in programma domani al Castello del
Valentino, gli altri saranno con cadenza mensile al Campus
Einaudi, all'Unione Industriali e alla Scuola di Medicina.
"Ci sono elementi come l'innovazione, la tecnologia, la
crescita e l'assistenza che creano tra soggetti diversi una
partnership di lungo periodo. Insieme possiamo fare la
differenza. I tempi non possono essere dettati dalla politica"
ha detto il presidente dell'Unione Industriali Giorgio Marsiaj.
"Un ospedale non può rimanere com'era cento anni fa, deve
innovarsi. È una necessità condivisa ma non si riesce ad avviare
un percorso per rimettere a posto la rete sanitaria regionale"
ha osservato Antonio Amoroso, professore di genetica.
"Torino non ha saputo tenere testa a Milano e fare sistema
come città e come regione. Napoli, Milano e Roma, ma anche
Bologna e Firenze hanno saputo fare squadra in modo più
efficace" ha aggiunto Roberto Cavallo Perin, docente di diritto
amministrativo. "Proveremo a spiegare perché c'è stato questo
ritardo e fare in modo che d'ora in poi le cose funzionino
meglio" ha spiegato Giovanni Durbiano del Politecnico di Torino.
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